Un nuovo caso Sardegna
Il Pd di Schlein cancella le primarie anche a Firenze, Sara Funaro candidata sindaca: Renzi prepara la sfida “in casa”
Politica - di Carmine Di Niro
Il colmo per una segretaria di partito eletta grazie ad un clamoroso ribaltone alle primarie? Negarle. Così per la seconda volta in pochi giorni, il primo caso era stato in Sardegna, dove l’accordo col Movimento 5 Stelle aveva portato alla decisione di convergere sulla candidatura di Alessandra Todde, ex viceministro dello Sviluppo Economico nel governo Draghi, anche per la corsa a sindaco di Firenze Elly Schlein decide di cestinare le primarie Dem.
L’ufficializzazione è arrivata nella serata di lunedì durante l’assemblea cittadina del partito, riunitosi alla casa del popolo di San Bartolo a Cintoia: con 137 voti favorevoli, 24 contrari e 8 astenuti è stata approvata la relazione del segretario Andrea Ceccarelli che in sostanza dice “no” alle primarie e candida al Comune, come erede dell’uscente Dario Nardella, destinato ad un posto nelle liste Pd delle Europee, l’attuale assessore al Welfare Sara Funaro.
Come riferisce il Corriere Fiorentino, Funaro ha ottenuto il 74 per cento delle indicazioni nelle consultazioni interne. L’obiettivo, ha spiegato il segretario Ceccarelli, è quello di formare una coalizione “con +Europa, Azione, Verdi, Partito socialista, Sinistra Italiana e Volt”.
Pare fuori dai giochi Italia Viva. Il partito di Matteo Renzi, che a Firenze e in Toscana gode ancora di un importante seguito, si prepara a correre da solo. Eppure lo stesso segretario Dem di Firenze non chiude del tutto le porte a IV: “Le porte non si chiudono, né per le forze a cui state pensando — dice Ceccarelli riferendosi ai renziani — né per altre liste civiche”.
Ma in un tweet questa mattina Renzi guarda già avanti, parla di un Pd che “rinnega le primarie” e “sceglie la candidatura alleandosi con la sinistra radicale“, dando appuntamento a sabato prossimo per la presentazione della candidatura della vicepresidente della Regione Stefania Saccardi.
La “proclamazione” di Funaro
Chiamata sul palco, Funaro parla e abbozza un primordiale programma di governo di Firenze, “la città di grandi sindaci come La Pira, Fabiani e uno a cui tengo particolarmente perché era mio nonno, Piero Bargellini. Ma anche la città di Fioretta Mazzei“. Quindi sottolinea che “la squadra viene prima di tutto, ognuno è la tessera di un puzzle. Ora apriamo una nuova stagione per Firenze, al meglio non c’è mai fine, dobbiamo partire dalle criticità e dai nuovi bisogni: casa, lavoro, povertà. E non dobbiamo assolutamente avere paura di parlare di sicurezza, declinata in 3 modi: presidi sociali e culturali, lotta alle droghe, più forze dell’ordine”, le parole di Funaro.
La spaccatura nel Pd sulle non-primarie
La scelta di non ricorrere alle primarie ha ricevuto critiche interne. A partire da quelle di Cecilia Del Re, ex assessore all’Urbanistica “record woman” di preferenze alle scorse elezioni e defenestrata a marzo dal sindaco Nardella per aver rilanciato, senza parlarne col primo cittadino, l’idea della tramvia al Duomo.
“Il clima che si è respirato” fin qui “non è dei migliori“, tanto che si è arrivati a “una spaccatura evidente tra due visioni diverse del Pd”, dice Del Re durante l’assemblea. Dicendo di no alle primarie, aggiunge polemica l’ex assessore, “abbiamo deciso di chiuderci a riccio, ma questo non fa bene a nessuno. In un momento come questo, con la destra al governo e le regionali che si avvicinano, era necessario aprirsi alla città con le primarie, che sono un principio fondativo dello statuto“. Anche perché “quando un partito teme il confronto interno e con i cittadini, non dà un segnale di grande salute“. Noi, il popolo delle primarie come lo chiamano i suoi, “siamo sempre disponibili. Continueremo, se siamo qui c’è la volontà di dialogare“.
Parole simili a quelle utilizzate in Sardegna da Renato Soru, già presidente della regione, che aveva invocato i gazebo e che di fronte al no del Pd ha annunciato di andare avanti comunque con la sua candidatura. Il timore in casa Dem è che anche a Firenze possa andare in scena una spaccatura simile all’interno del centrosinistra.
Le critiche di Montanari
Altre critiche sulla scelta del partito di cestinare le primarie per incoronare Funaro arrivano da Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena che nelle scorse settimane era stato in predicato di una candidatura per “unire” il centrosinistra col Movimento 5 Stelle. Montanari sottolinea su X di non credere che la candidatura di Funaro, “così palesemente in linea con Nardella, possa fare sperare in questa discontinuità: farebbe anzi intendere che Elly Schlein rinuncia a fare di Firenze un laboratorio del rinnovamento di cui tutto il Pd ha una così grande necessità”. “Penso che né i Cinque Stelle né la sinistra civica fiorentina potrebbero prestarsi a questo gioco. E dunque oltre ad essere del tutta rinunciataria, una simile scelta sarebbe anche assai pericolosa. Non vorrei che la volontà dei vertici del Pd fiorentino di non cambiare nulla in un ramificato sistema di potere finisse col consegnare Firenze a una destra indecente”, aggiunto lo storico dell’arte.