Almeno tre i morti
Las Vegas, sparatoria nell’università: ennesima strage negli Stati Uniti, a sparare un ex professore
Esteri - di Redazione
Sono almeno tre i morti dell’ennesima sparatoria di massa negli Stati Uniti, avvenuta questa volta all’interno della University of Nevada di Las Vegas. Ateneo in cui è scoppiato il terrore quando, intorno alle 11:30 ora locale, le 20:30 di mercoledì 7 dicembre in Italia, l’allarme è scattato nella Beam Hall, edificio che ospita la Facoltà di Economia.
L’università ha pubblicato un messaggio invitando gli studenti ad evacuare dalla zona, contemporaneamente la polizia ha annunciato in un post su X di essere impegnata a rispondere ad una “sparatoria nel campus” e che c’erano “molte persone colpite“. Dopo circa mezz’ora, la polizia ha comunicato che “il sospetto era stato individuato ed era morto“.
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Nel mentre la polizia aveva avvertito gli studenti di evacuare in un’area sicura e di aver attivato il protocollo “Run-Hide-Fight”, un protocollo attivo e comune negli Stati Uniti in casi di “mass shooting”.
Si tratta di un uomo intorno ai 60 anni, ex professore universitario che aveva precedentemente insegnato anche in Georgia e nella Carolina del Nord. Al momento, come sottolineato dallo sceriffo del dipartimento di polizia metropolitano di Las Vegas in una conferenza stampa, non si ha “nessuna idea del movente”.
Le polemiche sulle armi “libere”
Il presidente Joe Biden ha affermato in una dichiarazione che l’UNLV è “l’ultimo campus universitario ad essere terrorizzato da un orribile atto di violenza armata” e che lui e la First Lady Jill Biden stanno “pregando per le famiglie dei nostri caduti“. E ha lanciato un nuovo appello ai repubblicani perchè approvino insieme al democratici una stretta sulle armi da fuoco.
L’ennesima sparatoria di massa negli Stati Uniti rilancia infatti il tema della vendita indiscriminata o quasi di “armi da guerra”, come i fucili AR-15 spesso utilizzati per stragi come quella della UNLV. Impossibile però arrivare ad una legge che limiti o vieti del tutto la loro vendita, vista l’opposizione dei Repubblicani e soprattutto della NRA, la potentissima lobby delle armi Usa.
Fatto sta che il 2023 si chiuderà come l’anno in cui gli Stati Uniti hanno registrato il maggior numero di sparatorie di massa dal 2006. Con le ultime tre, due avvenute durante il fine settimana, il numero totale è arrivato a 38, superando il record precedente – 36 – registrato nel 2022.
La strage di Las Vegas del 2007
Proprio a Las Vegas, dove ieri si è verificato l’ennesimo episodio di questo tipo, era stata teatro della strage più cruenta nella storia degli Stati Uniti: il primo ottobre 2017 Stephen Craig Paddock sparò con 23 armi sulle migliaia di persone intente a seguire un festival di musica country dalla stanza del Mandalay Hotel. Il bilanciò fu tremendo: 61 morti, incluso il killer che si uccise prima dell’arrivo nella stanza della polizia, e 850 feriti.