X

Netanyahu minaccia il Libano: “Vi faccio fare la fine di Gaza”

Netanyahu minaccia il Libano: “Vi faccio fare la fine di Gaza”

Sui social immagini “resa” di massa di miliziani Hamas

Diversi filmati girati a Gaza e caricati sui social media nelle ultime ore mostrano come l’Idf abbia radunato dozzine di palestinesi – che secondo quanto riportato dai media ebraici sarebbero possibili sospetti di Hamas – che si sono arresi alle truppe israeliane a Jabaliya e in altre aree del paese.

I giovani palestinesi vengono immortalati spogliati, bendati e con le mani legate dietro la schiena. In un video, un gruppo di loro viene filmato mentre viene trasportato nel retro di un veicolo militare israeliano. Haaretz parla di «decine di combattenti di Hamas che si sono arresi» all’esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza.

Hamas: “17.177 morti in due mesi di guerra a Gaza”

Sono 17.177 i palestinesi che sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dai raid israeliani dall’inizio della guerra lo scorso 7 ottobre. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità di Gaza amministrato da Hamas, aggiungendo al bilancio anche oltre 46mila palestinesi feriti. Tra i morti si contano 7.112 minorenni, precisano le fonti. Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 350 palestinesi, ha aggiunto il ministero. Inoltre sono 7.600 le persone che risultano disperse.

Suicidi” e “18 ricoveri per salute mentale”, tra i sopravvissuti del festival Nova, secondo la Bbc

Tra i sopravvissuti alla strage compiuta da Hamas al festival Nova, presso il kibbutz Beeri, in Israele, dello scorso 7 ottobre, si dice “che ci siano stati sucidi”. Lo ha riferito la Bbc. Una persona che fa parte dell’equipe medica d’aiuto ai superstiti ha detto all’emittente britannica che “alcuni si sono già suicidati”. La Bbc ha poi riportato una dichiarazione del capo della polizia Yaacov Shabtai secondo cui “18, tra giovani uomini e donne, sono stati ricoverati in ospedali di salute mentale perché non stavano più bene”.

Oxfam: attacco in corso a Gaza rende impossibile portare aiuti alla popolazione

L’attacco israeliano in corso nel sud di Gaza è di tale portata da rendere impossibile qualsiasi risposta umanitaria in tutta la Striscia. È l’allarme lanciato da Oxfam a 2 mesi esatti dall’inizio della crisi.

«La popolazione di Gaza sta vivendo un tremendo incubo, mentre la comunità internazionale, inclusa l’Italia, resta a guardare senza far nulla. – rimarca Paolo Pezzati, portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam ItaliaIl fallimento nel costruire le condizioni per un cessate il fuoco, che rappresenta l’unica soluzione umanitaria possibile, è sotto gli occhi di tutti. Molti Paesi di fatto si stanno rendendo complici del massacro di civili, degli sfollamenti forzati e delle atroci sofferenze che stanno vivendo 2 milioni di persone in trappola. Un intero popolo in questo momento è costretto a spostarsi continuamente nel tentativo di raggiungere le zone designate da Israele, sia nel nord che nel sud della Striscia».

Onu: il cessate il fuoco a Gaza deve iniziare immediatamente

«La comunità umanitaria internazionale ha un unico, chiaro messaggio: tutto questo deve finire immediatamente. Il cessate il fuoco di cui tutti abbiamo parlato deve iniziare immediatamente». Così il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffiths, in un post sul social X, commentando la situazione nella Striscia di Gaza mentre continuano i combattimenti tra Israele e Hamas.

Appello ambasciatrice palestinese: “Fermate la guerra”

“Accolgo con favore l’iniziativa del segretario generale dell’Onu di portare all’attenzione del Consiglio di Sicurezza la drammatica situazione della Striscia di Gaza. Mi auguro che la comunità internazionale, compresa l’Italia, risponda positivamente alla sua richiesta di un cessate il fuoco immediato per scongiurare una catastrofe umanitaria”. È l’appello lanciato dall’ambasciatrice palestinese a Roma Abeer Odeh.

Netanyahu: «Se Hezbollah ci muoverà guerra, Beirut farà la fine di Gaza City»

Se Hezbollah cominciasse una guerra con Israele «trasformerebbe Beirut e il Libano meridionale, non lontano da qui, in Gaza City e Khan Yunis». È l’avvertimento lanciato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu in una riunione svoltasi nel Comando nord con il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore dell’esercito Herzi Halevi.