Tre le vittime
Incendio all’ospedale di Tivoli, la causa del rogo i cumuli di rifiuti ammassati sul retro: ipotesi negligenza
Omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Sono le due ipotesi di reato sulle quali indaga la Procura di Tivoli, guidata da Francesco Menditto, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti per l’incendio che nella scorsa notte è divampato all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, provocando la morte di tre persone.
Chi sono le vittime del rogo
In un primo momento era emerso che le vittime erano 4 – Pierina Di Giacomo e Romeo Sanna di 86 anni, Giuseppina Virginia Facca di 84 ed Emilio Timperi di 76 anni- ma il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha fatto sapere che una di loro “era già deceduta un’ora prima”.
Il pm titolare del fascicolo ha disposto le autopsie sui corpi nel tentativo di delineare le cause dei decessi. Per ora quel che è noto è che la prima vittima si trovava nel reparto di Cardiologia, mentre le altre due erano ricoverate invece nel reparto di Medicina.
Gli evacuati
I 193 pazienti sono stati fatti evacuare in fretta e furia dall’ospedale: tra questi molti anziani, ma anche sette bambini e una donna incinta, portata via tramite una autoscala. Evacuati anche i pazienti Covid al reparto del piano meno uno. Centocinquanta posti letto sono stati allestiti temporaneamente in una palestra, mentre i pazienti più bisognosi sono stati trasferiti in altri ospedali.
Le origini dell’incendio nell’ospedale
In attesa dell’indagine della Procura, emergono con evidenza alcune ipotesi sull’origine del rogo, con i segni più evidenti in particolare sull’ala del nosocomio che affaccia su via Roma.
A prendere fuoco dando origine al rogo sarebbero stati i rifiuti, ammassati in grossa quantità, in un’area all’aperto sottostante le finestre del pronto soccorso. In fiamme, per cause ignote, sono andati anche rifiuti speciali e pericolosi. La fiammata è quindi arrivata all’interno i reparti e da lì le fiamme si sono propagate anche in altri reparti.
Compito di Procura, scientifica delle polizia ed esperti dei vigili del fuoco sarà quello di capire come e perché quei rifiuti hanno preso fuoco. Si è trattato di “semplice” negligenza o c’è stato altro dietro l’incendio? Ma accertamenti saranno svolti anche sul funzionamento dell’impianto antincendio e di rilevazione dei fumi,mentre stando ad alcune testimonianze la sirena d’allarme avrebbe funzionato.
Nelle prossime ore saranno sentiti responsabili dell’ospedale per capire per quale motivo i rifiuti fossero stati accumulati proprio sotto i balconi di alcuni reparti al primo piano e al piano -1.
Il sequestro e le conferme del procuratore
“Sono state messe sotto sequestro tutte le aree di interesse dell’indagine: il piazzale nel quale è scoppiato l’incendio e i locali adiacenti dove si sono estese le fiamme” ha spiegato il procuratore Menditto nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che “il resto dell’ospedale non è stato posto sotto sequestro ma non è agibile perché è ancora invaso dal fumo“.
Il magistrato ha poi conferma che le fiamme “sono partite dal piazzale sul retro del nosocomio e si sono propagate nei locali attigui di due livelli della struttura. I piani superiori non sono stati invece raggiunti dall’incendio ma sono stati invasi dal fumo“. “Abbiamo acquisito le immagini di diverse telecamere del sistema di sorveglianza: sono utili e abbiamo un quadro chiaro di quello che è successo perché la polizia le ha già visionate“, ha aggiunto Menditto, sottolineando che grazie a queste immagini “abbiamo potuto escludere, almeno al momento, che l’incendio sia doloso“.