L'inchiesta sul rogo
Incendio all’ospedale di Tivoli, la rabbia dei familiari delle vittime: “Mia madre morta per il black out delle macchine”
Cronaca - di Redazione
I familiari delle vittime ne sono convinti: a causare il decesso di Romeo Sanna, Pierina Di Giacomo (86 anni) e Giuseppina Virginia Facca (84 anni), i tre anziani morti nel rogo che venerdì notte ha interessato l’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, sarebbe stato il black out che ha interessato il nosocomio in provincia di Roma.
Ad esserne convinta è Barbara Ilari, figlia di Giuseppina Virginia Facca, morta durante il rogo. “Se durante l’incendio c’è stato un blackout e i macchinari non hanno funzionato, è molto possibile che mia mamma sia morta per questo – spiega la donna -. Quindi mi chiedo a cosa serva un tossicologo per l’autopsia, visto che le cause della morte potrebbero non essere legate solo al fumo ma anche ad altri elementi come questo. La verità non emergerà”.
Il riferimento è all’autopsia disposta entro mercoledì: nelle prossime ore la procura di Tivoli affiderà l’incarico al medico legale anche per un esame tossicologico, che stabilirà quanto l’aria respirata dalle persone decedute nell’incendio possa aver inciso sulla loro morte.
L’indagine per omicidio colposo
Anche lo stesso procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto ha spiegato sabato pomeriggio che “bisognerà accertare le cause della morte delle tre persone, per questo lunedì saranno nominati il medico legale e il tossicologo. C’è il sospetto che siano decedute a causa di quanto successo in ospedale”.
Procura che ha delegato le indagini a polizia e vigili del fuoco: l’inchiesta è al momento per omicidio colposo plurimo e incendio colposo per ora contro ignoti. Quanto alle origini del rogo, sembra ormai probabile che le fiamme siano nate da un incendio all’esterno dell’ospedale, da alcuni rifiuti (anche speciali e pericolosi) accumulati in un’area all’aperto sottostante le finestre del pronto soccorso.
Indagine che coinvolge anche i controlli sul corretto funzionamento dei gruppi di continuità nei reparti e del sistema antincendio dell’ospedale.
La “scelta di priorità” sui pazienti
Familiari delle vittime che avanzano poi un secondo sospetto, altrettanto grave, su come si sia proceduto a portare via i pazienti, oltre 190, dall’ospedale. “Immagino che durante il caos dei soccorsi – dice ancora Barbara Ilari – sia stata fatta una scelta di priorità sui pazienti. Mi hanno detto di aver tentato di rianimare mia madre, ma resto scettica”.
Tesi questa negata da Andrea Biddau, presidente dell’associazione volontari radio soccorso della protezione civile locale di Tivoli: “C’è stato un sistema così ben strutturato tra noi, vigili del fuoco, medici e infermieri che nessuno è stato lasciato come seconda scelta“.