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Chi è Alex Jones, il complottista sulla strage di Sandy Hook che Musk ha riabilitato su X

Alex Jones ed Elon Musk

Alex Jones ed Elon Musk

“Vox populi, vox dei”. Il popolo di X, l’ex Twitter, ha parlato: Alex Jones, il blogger statunitense a campo di Infowars, portale di disinformazione caro alla destra trumpiana cospirazionista, potrà tornare sul social. A stabilirlo un sondaggio lanciato sul proprio profilo X da Elon Musk, il proprietario della piattaforma social.

Poco meno di due milioni di votanti hanno deciso, col 71% dei sì, di riammettere Jones sul social da cui era stato bandito nel 2018 per aver ripetutamente violato le regole della Community.

Alex Jones e Sandy Hook

Con un curriculum infinito di bufale diffuse tramite il sito Infowars, il nome di Alex Jones resta però legato a quanto scritto sulla strage di Sandy Hook, il massacro avvenuto in una scuola elementare statunitense del Connecticut per mano del 20enne Adam Lanza, che uccise 26 persone tra cui 20 bambini.

Secondo i deliri di Jones, i familiari delle vittime della strage erano attori chiamati a interpretare il ruolo di genitori e allestire un falso massacro con l’obiettivo di consentire all’allora amministrazione di Barak Obama di confiscare le armi dei cittadini americani. Una strage mai esistita dunque, un complotto assoluto.

Per quella teoria assurda, che costò alle famiglie delle vittime di Sandy Hooks molestie e minacce di morte da parte dei seguaci di Jones, convinti che fossero realmente degli attori, il blogger di estrema destra è stato condannato da una giuria di Waterbury, nel Connecticut, al pagamento di un miliardo di dollari di danni dalle famiglie di otto delle 26 vittime che lo avevano citato in giudizio. Soldi mai usciti dalle tasche di Jones: il creatore di Infowars dichiarò bancarotta al fine di non sborsare un centesimo.

I problemi di Musk con X

La riabilitazione di Alex Jones su X è solo l’ultimo dei problemi per Elon Musk. L’imprenditore di origini sudafricane, l’uomo più ricco del mondo secondo Forbes, dopo aver speso circa 40 miliardi di dollari per acquisire Twitter vede il suo social dal valore dimezzato e con seri rischi di un ulteriore tracollo.

Colpa della sua “rinnovata gestione” che, in nome di un presunto “free speech”, la libertà di espressione, ha di fatto consentito il ritorno sulla piattaforma di personaggi come lo stesso Jones, il suprematista bianco Nick Fuentes, il rapper antisemita Kanye West.

Proprio l’antisemitismo che imperversa su X è causa di uno degli ultimi problemi del social: alcune grandi corporations statunitensi, in testa Disney e Apple, hanno annunciato di voler fermare gli investimenti pubblicitari sulla piattaforma. Lo stesso Musk nei giorni scorsi aveva espresso il suo favore ad un post in cui si affermava che le comunità ebraiche sostengono “l’odio dialettico contro i bianchi”.