Il discorso di fine anno

Putin, la conferenza-fiume al Cremlino: “Pace in Ucraina dopo denazificazione, Occidente non ci ha lasciato scelta”

Esteri - di Redazione - 14 Dicembre 2023

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Putin, la conferenza-fiume al Cremlino: “Pace in Ucraina dopo denazificazione, Occidente non ci ha lasciato scelta”

A due anni dall’ultima volta, nel 2022 era stata annullata senza fornire spiegazioni, ma presumibilmente per non esporsi nel bel mezzo di un periodo complicato per il conflitto in Ucraina, Vladimir Putin torna protagonista della conferenza stampa di fine anno.

Di fronte a migliaia di giornalisti, accuratamente selezionati dal Cremlino senza fornire alcun spazio ovviamente alle voci critiche all’interno del Paese, lo ‘Zar’ ha ripetuto nelle quattro ore di conferenza i capisaldi della sua propaganda anti Ucraina e anti occidentale, fornendo però anche alcuni spunti nuovi e “interessanti”.

I soldati russi in Ucraina e le trattative con gli Usa

A partire dal numero di soldati russi impiegati attualmente sul fronte ucraino: al momento, ha detto Putin nella conferenza stampa, sono attivi 617mila militari, numeri ovviamente non verificabili indipendentemente. Anche per questo, ha aggiunto il presidente russo, l’esercito non avrà bisogno di una seconda ondata di mobilitazione dei riservisti.

Altra notizia emersa dall’interminabile conferenza-monologo di Putin è quella dei negoziati in corso tra le diplomazie di Mosca e Washington per trattare la liberazione del giornalista americano Evan Gershkovich, arrestato in Russia a marzo e la cui carcerazione preventiva è stata ripetutamente prolungata. Il reporter del Wall Street Journal è accusato di spionaggio, reato che in Russia può portare ad una condanna fino a 20 anni di reclusione.

La guerra in Ucraina

Sull’andamento della guerra in Ucraina, che il 24 febbraio del prossimo anno sarà in corso ormai da due anni, Putin ha spiegato alla platea di giornalisti e che “la pace sarà possibile quando raggiungeremo i nostri obiettivi, che sono la denazificazione e la demilitarizzazione in Ucraina”, ripetendo così la solita propaganda del Cremlino.

Parole che inoltre sembrano cancellare le timide aperture dello stesso Putin quando, a fine novembre scorso in occasione del G20 virtuale in India, parlò di “tragedia” in merito al conflitto in Ucraina.  Ora invece il Cremlino, ha detto Putin, è impegnato a “rafforzare la sovranità, la sicurezza ai confini e i diritti e le libertà dei cittadini”.

Nel suo discorso dal Cremlino, non ha rinunciato a rivendicare la sovranità sulle regioni sud-orientali dell’Ucraina: “Sono storicamente territori russi, e Odessa è generalmente una città russa”.

Ovviamente lo ‘Zar’ ha preso di mira anche il nemico Volodymyr Zelensky, in difficoltà sia sul campo che politicamente, con le evidenti problematiche sorte nel sostegno degli alleati. “Va in giro per il mondo a mendicare, e per ottenere gli aiuti cerca di convincere gli alleati che la controffensiva di Kiev sta avendo successo“, le parole al vetriolo di Putin nei confronti del presidente ucraino, che “ha annunciato una grande controffensiva e non ha ottenuto nulla da nessuna parte“.

La battaglia contro l’Occidente

Ovviamente il leader russo ne ha anche per l’Occidente. Secondo Putin il peggioramento dei rapporti con Stati Uniti e Paesi occidentali è colpa di questi ultimi, l’operazione militare in Ucraina non era evitabile: “Non ci hanno lasciato scelta”. Ha quindi aggiunto che i Paesi alleati di Kiev hanno rovinato le relazioni con la Russia cercando di “spingerci al secondo o terzo posto e ignorando i nostri interessi”.

Nel suo intervento con la stampa Putin ha però riservato parole al miele nei confronti di due leader europei, il premier ungherese Viktor Orban e il primo ministro slovacco Robert Fico: “Non sono politici filorussi, ha detto, sono filo-nazionalisti”, li ha descritti il numero uno del Cremlino.

di: Redazione - 14 Dicembre 2023

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