Il caso dell'anarchico
No ai libri: i pm si accaniscono su Cospito
Adesso il Tribunale di Sorveglianza ha cinque giorni di tempo per decidere ma si tratta di un termine assolutamente non perentorio. Insomma la tortura continua.
Giustizia - di Frank Cimini
L’unica cosa che Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41bis nel carcere di Sassari Bancali, può fare per passare il tempo è leggere che tra l’altro resta la sua passione da sempre. Ma può, diciamo, rifornirsi solo dalla biblioteca destinata ai reclusi del 41bis.
Nei giorni scorsi, racconta l’avvocato Maria Teresa Pintus che assiste l’anarchico insieme a Flavio Rossi Albertini, è stata celebrata un’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza.
L’oggetto del contendere era la possibilità di accedere all’elenco dei libri contenuti nella biblioteca centrale del carcere perché in quella del 41bis sono veramente pochi. L’avvocato ha chiesto anche di poter utilizzare i libri contenuti nella biblioteca del comune di Sassari.
Il pm ha chiesto ai giudici di rigettare il reclamo perché non si tratta di un diritto e perché i libri non possono entrare da altre vie. La richiesta ovviamente faceva riferimento alla possibilità di ricevere i libri attraverso gli agenti penitenziari. Ma il magistrato non ha voluto sentire ragioni.
Adesso il Tribunale di Sorveglianza ha cinque giorni di tempo per decidere ma si tratta di un termine assolutamente non perentorio. Insomma la tortura continua. I libri evidentemente nella logica dei burocrati del carcere sono un pericoloso veicolo di messaggi, soprattutto quelli della biblioteca centrale della prigione, per non parlare di quella del Comune di Sassari.
Alfredo Cospito oltre che scontare la condanna per i pacchi bomba di Fossano (nessun morto, nessun ferito, 23 anni di reclusione, più del doppio per il ferimento del manager Roberto Adinolfi) sta pagando una sorta di reato politicamente molto più grave, il lungo sciopero della fame di sei mesi che aveva messo in crisi il sistema dove a un certo punto non sapevano più che pesci pigliare.
Di qui l’accanimento terapeutico sui libri, la negazione di un compact disk musicale, il blocco di due magliette dove sarebbero stati raffigurati dei teschi e invece non era vero. Insomma un 41bis che va ben oltre lo spirito e la lettera dell’articolo più duro del regolamento penitenziario.
Per il resto Alfredo è in attesa della fissazione dell’udienza sulla revoca del 41bis chiesta dagli avvocati dopo la mancata risposta del ministro Nordio. Se ne occuperà il Tribunale di Sorveglianza di Roma l’unico in tutta Italia dove si discutono i reclami contro l’applicazione del carcere duro.
Perché evidentemente non ci si fida dei tribunali territoriali violando persino il principio del giudice naturale. Il tutto nel silenzio generale, perché da tempo di Cospito sui giornali si parla esclusivamente come riflesso del processo per violazione di segreto al sottosegretario Andrea Del Mastro. E lui l’anarchico, sulla cui pelle i partiti regolano i conti tra loro, ai suoi legali ha riferito di divertirsi a leggere le notizie sul caso che indirettamente lo riguarda.