Sventolavano una bandiera bianca i tre ostaggi che sono stati uccisi per sbaglio dall’esercito israeliano a nord della Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere un funzionario dell’esercito dello Stato ebraico che è rimasto anonimo e che ha fornito ai giornalisti le prime conclusioni delle indagini. Le vittime erano tre giovani, avevano 28, 26 e 24 anni. Al 70esimo giorno di guerra dopo gli attachi di Hamas e la reazione israeliana sono oltre 18.800 i palestinesi morti, 7.112 i bambini secondo Hamas nella Striscia. 1.200 le vittime degli attacchi in Israele.
È successo tutto venerdì, i soldati israeliani si trovavano in un edificio nel quartiere Shejaiya a Gaza City. I tre ostaggi sarebbero usciti da un edificio a qualche decina di metri di distanza dai militari. Si chiamavano Yotam Haim, 28 anni, Alon Shamriz, 26 anni, e Samer Fuad El-Talalka, 24 anni. La bandiera bianca che sventolavano era improvvisata: un panno bianco attaccato a un bastone. Erano a petto nudo.
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Come sono stati uccisi i tre ostaggi israeliani
I soldati hanno comunque percepito i tre come un pericolo. In particolare uno dei militari avrebbe cominciato a sparare e a urlare: “Terroristi!”. Il soldato ha ucciso immediatamente due degli ostaggi mentre un terzo è rientrato nell’edificio da cui proveniva. Il comandante del battaglione allora ha ordinato di fermare il fuoco, alcuni soldati hanno riferito di aver sentito delle voci che chiedevano “aiuto” in ebraico.
L’ostaggio è uscito dall’edificio e un altro soldato ha sparato. Soltanto quando si sono avvicinati i militari hanno capito di aver compiuto un errore. Il funzionario che ha ricostruito i fatti con i giornalisti ha riferito che i soldati hanno violato il protocollo di riconoscimento. Non sono state chiarite le conseguenze dell’accaduto. Il premier Benjamin Netanyahu è stato criticato per non aver comunicato personalmente l’uccisione dei tre ostaggi.
Uccisa la 27enne Inbar Haimam presa in ostaggio
Le forze armate israeliane hanno confermato oggi la morte di un altro ostaggio, Inbar Haimam, 27 anni, presa prigioniera dai terroristi dell’organizzazione palestinese nell’attacco al festival musicale vicino Re’im di sabato 7 ottobre. Studentessa e artista di strada, la ragazza era stata rapita e portata nella Striscia su una motocicletta. Un video diffuso nei giorni di prigionia la mostrava ferita. È stata uccisa durante la prigionia.
“L’esercito sionista conosce molto bene le nostre condizioni per liberarli, poiché nessuno di loro sarà liberato finché non saranno soddisfatte le nostre condizioni – ha dichiarato Abu Obaida, portavoce delle Brigate Al-Qassam, rispetto alla liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas – Il nemico sionista sta giocando con le vite dei suoi soldati tenuti prigionieri dalla resistenza palestinese e quindi non si preoccupa dei sentimenti delle loro famiglie. Ieri, l’esercito sionista ha intenzionalmente giustiziato tre di loro, preferendo ucciderli piuttosto che liberarli”.