Altro naufragio al largo della Libia, il Mediterraneo di nuovo una tomba per una strage del mare. E mentre a Roma si difendono le misure anti-migranti, mentre il Presidente dell’Albania Edi Rama ad Atreju difende gli accordi sui migranti stipulati con l’Italia e messi in discussione dalla Corte Costituzionale di Tirana. Almeno 61 migranti ieri sono morti nel naufragio di un gommone al largo delle coste della Libia. Secondo le prime ricostruzioni a bordo del gommone partito c’erano 86 persone, anche donne e bambini, alla deriva da almeno giovedì 14 dicembre. A dare la notizia l’agenzia delle Nazioni Unite, l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (IOM).
Il gommone si sarebbe ribaltato sabato a causa del mare grosso, a causa di onde alte fino a tre metri. Secondo il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura, che si occupa di questioni migratorie, l’area di mare in cui si trovava il gommone sarebbe stata sorvolata da diversi aerei dell’agenzia di frontiera dell’Unione Europea Frontex mentre la Guardia Costiera aveva diramato un’allerta per un gommone al largo delle coste libiche. E l’imbarcazione era alla deriva almeno da giovedì. Si sono salvate 25 persone, i superstiti che hanno raccontato che a bordo del gommone c’erano 86 persone. Si tratta di una delle stragi più gravi degli ultimi anni.
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La maggior parte delle persone a bordo arrivavano dalla Nigeria, dal Gambia e da altri Paesi africani. Ci sono bambini e donne tra le vittime. I superstiti sono stati trasferiti in un centro di detenzione a Tariq Al Sella, vicino Tripoli. “Un team dell’Oim è stato in grado di fornire supporto medico e sono tutti in buona salute”, hanno fatto sapere ancora dall’OIM. Il portavoce dell’IOM Flavio Di Giacomo nel Mediterraneo centrale sono morte 2.250 persone nel 2023. “Un numero drammatico che purtroppo dimostra che non si fa abbastanza per salvare vite in mare”.
Almeno fino a oggi il mare è intempesta e i venti battono forte nel canael di Sicilia. L’Ocean Viking, della ong Sos Méditerranée, si trova in rada davanti a Sciacca, monitorata dalla Guardia Costiera che è a disposizione per eventuali esigenze dei 26 migranti portati a bordo dopo un salvataggio dell’equipaggio. Come ricostruisce l’Ansa, alla nave era stato assegnato il porto di Livorno per lo scarco. 620 miglia nautiche, otto giorni di navigazione. A causa delle condizioni meteo avverse le è stato consentito di ripararsi davanti alle coste di Sciacca.