La leggenda e il mito
Chi è Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stones che compie 80 anni
L’alcol, la droga, gli eccessi, le donne. Richards è stato genio e sregolatezza. E soprattutto un’icona assoluta capace di toccare le corde in modo personale e inventare riff unici che hanno fatto la storia del rock
Spettacoli - di Graziella Balestrieri
Icona, mito, leggenda vivente. Per lui ancora in realtà non è stato inventato un aggettivo che lo qualifichi per intero, e non basteranno mille libri per raccontare le sue mille vite, tutte vissute sul filo del rasoio, tutte spezzettate ma unite poi in quella che è stata ed è la sua vita, ovvero essere (insieme a Mick Jagger) il fondatore e chitarrista dei Rolling Stones.
Senza nessun dubbio il chitarrista più famoso e conosciuto e non di poco conto, incredibilmente amato nel mondo della musica e non solo. Suo è il riff di chitarra più famoso, quelle note di I can’t get no satisfaction, che incredibilmente come leggenda narra, e leggenda in questo caso è lui, sarebbero nate mentre lui dormiva: stiamo parlando di Keith Richards, per tutti Keef, che incredibile ma vero, compie anche lui 80 anni.
Dinoccolato da sempre, simpatico e sorridente, guascone, simbolo di quella vita sregolata fatta di droga, sesso e rock’n roll, vita allo sbando dalla quale molti dei suoi colleghi e amici non sono più tornati, e invece lui, per fortuna aggiungiamo, dopo aver ammesso di aver provato la qualunque cosa, di essersi spazzato via anche un residuo delle ceneri del padre e nonostante il clamore e lo scandalo che destarono queste sue affermazioni, il buon Keef ha risposto come solo lui sa fare “a mio padre non gliene fregava un cazzo e non gliene sarebbe fregato ” , eccolo qui arrivato agli 80 , ormai da tempo ripulito dal 2006 e per sua stessa ammissione con una nuova vita.
E dunque senza nessun timore e per fortuna senza molto pudore, oggi è ancora qui, in giro con i suoi Rolling Stones, a fare divertire e saltare vecchie e nuovissime generazioni, che vedono in lui e nel suo sodale Mick Jagger qualcosa di inarrivabile ma allo stesso tempo paradossalmente a portata di mano.
Keith e la sua vita, le sue cadute che non ha mai fatto sembrare tragiche, anzi sempre raccontate con una sorta di ironia molto acuta, cosa che manca alle star internazionali, in molti casi, specie nelle nuove generazioni. Keef no, e basta leggere la sua autobiografia uscita nel 2011 dal titolo Life, con in copertina il suo faccione e quella sigaretta accesa che sta a met, tra l’essere stata fumata, rappresentata da quella cenere che va cadendo, e quella fiammella che ancora la tiene accesa.
Un’ autobiografia cruda, vera, con aneddoti tra il drammatico e la semi finzione, tra droghe, arresti, scazzottate, pistole, coltelli, un ragazzino che voleva farcela, che voleva difendersi dai bulli della sua scuola, quella chitarra che nel bene e nel male lo ha portato ovunque, a scandagliare ogni strato dell’uomo, a conoscere ogni forma di perdita di dignità fino ad essere gloria vivente.
Così gli 80 anni di Keith Richards ci sembrano quasi lo sberleffo di un uomo ai drammi della vita, di un uomo che ama leggere tantissimi libri, che dipinge, un uomo pieno di cultura, anche se pensiamo il contrario forse. E invece Keith è un uomo che sorprende, anche per il suo attaccamento alla famiglia passata e attuale.
Figlio di Bertrand e Doris, Keith nasce a Dartford nel Kent, e deve tutta la sua passione per la musica al nonno materno, che ai tempi aveva una piccola band jazz dal nome Gus Dupree and His boys. Fu lo stesso nonno a regalargli la prima chitarra. Addirittura, conosce Mick Jagger alle elementari e per un periodo saranno anche vicini di casa.
Ma il tempo passa, i ragazzi crescono ed è tempo dell’Università, per Mick Jagger iniziano le lezioni alla London School Of Economics ed è proprio su quel treno che lo sta conducendo verso le lezioni che rincontra il suo compagno delle elementari ed ex vicino di casa Keith Richards, con chitarra in mano, con il quale da lì a breve fonderà prima i Little Boy Blue and The Blue Boys e più tardi, con l’arrivo di Brian Jones, i Rolling Stones.
Dunque, per Mick Jagger rincontrare Keith Richards su quel treno è stato come prendere il treno che ha cambiato non solo il suo destino ma quello di tanti, il destino del mondo della musica e di tantissimi che poi vorranno essere come loro, suonare come loro, vivere come loro, essere Mick Jagger o Keith Richards.
Per quanto abbia avuto molte donne, figli, etc etc etc e si sia divertito tantissimo, abbia aspirato polvere e polveri e si sia fatto di qualunque cosa, nonostante siano cambiati i suoi modi di vivere, di stare al mondo in un certo senso, due cose non sono mai cambiate nella vita di Keith: il suo modo di suonare e sua moglie, la modella Patti Hansen, conosciuta nel lontano 1979 e che ha sposato nel 1983 e che incredibilmente è ancora al suo fianco.
Il personaggio Keef certe volte sembra oscurare il Keef chitarrista e in molti pensano erroneamente che Keef abbia uno stile semplice e che strimpelli qua e lì due note, e che in realtà la sua vera fatica sarebbe quella di stare in piedi sul palco. Beh, in realtà non è proprio così, perché Keith Richards ha uno stile personalissimo, bizzarro penserete voi, ma di certo personalissimo e in realtà molto studiato.
Intanto usa per la maggior parte delle parti ritmiche la sua Fender Telecaster del ‘57 che ha l’accordatura aperta di G e senza la sesta corda, che secondo Keith interferisce troppo con il basso, e poi così facendo riesce a suonare accordi maggiori e power chords con un solo dito “five strings, two fingers and one Asshole”, ovvero cinque corde, due dita e uno s….
Non è poi così semplice suonare come Keith Richards e inventare i riff che solo lui ha inventato e che sono rimasti e rimarranno per sempre pietre miliari nel mondo della musica e che hanno rivoluzionato il modo di concepirla, iPer non parlare di “essere Keith Richards”. Improponibile ai più, impossibile per molti. Oggi Keith conduce una vita tranquilla, o almeno così ci narra.
Negli ultimi anni (2020) ha dichiarato anche di aver smesso di fumare e in precedenza anche di aver dato un taglio drastico al consumo di alcool (2017). Finito con gli eccessi oggi Keith si alza presto al mattino, legge moltissimo, fa delle passeggiate, va a fare spese con sua moglie, si allena con la chitarra, scrive pezzi e poi ricomincia da capo la sua giornata…
E come ha detto in italiano, durante la tappa milanese dell’ultimo tour dei Rolling Stones, con il suo berretto di lana giallo in pieno giugno “alla faccia di chi ci vuole male” . Appunto. Sono 80, alla faccia di chi ti vuole male, Keef!