Il terzo romanzo
Chiamatelo “carabinieresco”: a Mala Fede il premio Meridies, la saga del Capitano Mariani di Giovanni Taranto
Giallo vulcanico, noir vesuviano, carabinieresco. "Più modellato sul modo di essere e di sentire dell’Arma che è totalmente diverso da quello di qualsiasi altro corpo". Il terzo romanzo
Cultura - di Redazione Web
Avevano cominciato a parlare di “giallo vulcanico”, Giovanni Taranto adesso dice che qualcuno gli ha suggerito che il suo genere è il “carabinieresco”, per indole e natura e ragione di essere intrinsecamente diverso dal poliziesco. E sia. Sta di fatto che Mala Fede, il suo terzo romanzo della saga del Capitano Mariani, edito da Avagliano Editore, si è aggiudicato il premio Meridies, sezione narrativa, a poco più di due mesi dall’uscita nelle librerie. Cronista di nera per quarant’anni nel vesuviano, Taranto ci raccontava in quest’intervista come nei suoi romanzi usasse dati reali ed episodi reali su una trama di fiction. “Non si dev’essere per forza pulp per raccontare queste vicende, anche quello è fasullo. Non sono compiacente verso il protagonista, i miei boss non sono quelli delle serie tv, sono reali, quelli con i rubinetti d’oro in casa ma in maglietta della salute”.
Premio ASD Meridies “teso a celebrare esempi significativi di personalità del mondo istituzionale e della società civile che collaborano per il conseguimento di una società più equa e solidale, volto in particolare a valorizzare le buone prassi attuate a livello locale in materia di promozione della salute e di formazione professionale”. È la terza edizione del Gran Galà. Il comitato d’onore che ha deciso l’assegnazione dei riconoscimenti era presieduto dall’avvocato Ugo De Flaviis, referente per la Campania della Fondazione Luigi Einaudi.
È il secondo riconoscimento che Taranto e Mariani si aggiudicano nel corso dell’anno dopo il premio Mysstery al festival del Giallo di Napoli, in quel caso per il secondo episodio della saga, Requiem sull’ottava nota. Quest’ultimo è stato adottato nel carcere minorile di Nisida per un progetto di lettura, i libri sono stati donati dall’amministrazione comunale di Bosco Tre Case. Giallo vulcanico, noir vesuviano, carabinieresco. Commenta l’autore su quest’ultimo, una specie di neologismo, che lo si potrebbe descrivere come “differente dal poliziesco, più modellato sul modo di essere e di sentire dell’Arma che è totalmente diverso da quello di qualsiasi altro corpo. Più ruspante, più operativo, per certi versi più ironico e drammatico”.
Sia Mala Fede che Requiem sono stati acquisiti dalla biblioteca di Harvard intanto e Taranto è stato tra i convocati dall’onorevole Orfeo Mazzella al Senato per un tavolo di esperti, tecnici, forze dell’ordine, rappresentanti istituzionali, magistrati, giornalisti e rappresentanti dei media intorno al tema della criminalità organizzata. “L’occasione è stata propizia per presentare un mio emendamento alla legge di bilancio che reca l’obiettivo di incrementare del 30% la presenza delle forze dell’ordine nei comuni sciolti per mafia”, aveva dichiarato il senatore.
“Ho scelto la strada del romanzo giallo per cazzimma. Come cronista, per anni, mi ero accorto che a un certo punto si alza una barriera – ci aveva raccontato l’autore – : la gente non ce la fa più, a leggere e sentire di queste cose. Le immagini e le parole le scivolano addosso. Scrivevo inchieste su Camorra, la Mafia del Vesuvio, grandi traffici di droga ed esseri umani, reclutamenti di minorenni. Il messaggio non arrivava. Scoperta una capacità di narrazione, le stesse cose le ho prese e le ho messe in un romanzo giallo. È come se fosse zucchero su una pillola amara. Il lettore non se ne stacca più, anzi è lui a chiedermi la prossima pagina, il prossimo capitolo, il prossimo libro”.