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Politica e toghe, Crosetto: “Costruire un tavolo di pace”

Politica e toghe, Crosetto: “Costruire un tavolo di pace”

«Chiediamo al Governo italiano e alla maggioranza parlamentare di non modificare gli articoli 146 e 147 del codice penale, mantenendo obbligatorio il differimento dell’esecuzione della pena nei confronti della donna incinta o della madre di infante di età inferiore ad un anno».

Questo è l’appello lanciato al Governo e alla maggioranza parlamentare dalla testata giornalistica Avvocati insieme a Debora Serracchiani (Pd), Valentina D’Orso (M5S), Riccardo Magi (Più Europa), Roberto Giachetti (IV), Enrico Costa (Azione), e firmato da personalità del mondo dello spettacolo e della cultura tra cui: Alessio Boni, Claudio Marchisio, Luigi Manconi, Moni Ovadia, Marisa Laurito, Lorenzo Marone, Susanna Marietti, Adolfo Ceretti, Donatella Stasio, Daniele Abbado, Anna Catalano, Mitja Gialuz, Giulia Boccassi, Michele Passione, Lillo di Mauro, Lorenzo Chieffi.

Lo ha reso noto il promotore dell’iniziativa Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Giustizia della Camera, ieri alla Camera durante una conferenza stampa. La modifica normativa contestata è prevista da una misura contenuta nell’ultimo pacchetto Sicurezza che elimina l’obbligo di differimento dell’esecuzione carceraria per le donne incinte o con figli con meno di un anno d’età.

Il testo approvato in Cdm lo scorso 16 novembre ma non è ancora approdato nelle commissioni competenti. Come sottolineato nell’appello, che si può firmare su change.org, «le donne che attualmente, in tutta Italia, risulterebbero coinvolte da questa nuova previsione normativa sarebbero soltanto 20 e ciò dimostra che non vi sia alcuna necessità concreta di sopprimere una norma di civiltà giuridica».

Durante la conferenza è stato trasmesso un video dell’attore Alessio Boni: «sono cresciuto in una famiglia in cui mi hanno tramandato il fatto che i bambini non devono essere toccati. Devono vivere la loro felicità e la loro libertà. Il comma 2 dell’articolo 31 della Costituzione recita: “Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Perché dobbiamo tornare indietro? Andiamo avanti».