Il conflitto in MO
Guerra Israele-Hamas, all’Onu giorno chiave per la tregua: nella Striscia oltre 20mila morti
È un giorno chiave per il futuro prossimo della Striscia di Gaza. È slittato ad oggi il voto sulla risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza dell’Onu dagli Emirati Arabi per una tregua a Gaza. Risoluzione che chiede una una “sospensione delle ostilità“, una formula che eviterebbe un nuovo veto degli Stati Uniti, che non intendono dare fiato a Hamas e “abbandonare” Israele.
Nella bozza delle ultime ore, il Consiglio di sicurezza chiede “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi” e la liberazione di tutti gli ostaggi, si esortano le “parti in conflitto a Gaza a rispettare i loro obblighi verso il diritto internazionale in materia di protezione dei civili” e ad “astenersi dal privare la popolazione civile nella Striscia dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria indispensabili alla sopravvivenza“.
I negoziati flop in Egitto tra Hamas e Israele
Una partita, quella del cessate il fuoco, che non si gioca solamente al Palazzo di Vetro. I negoziati tra Israele e Hamas sono in corso da giorni al Cairo, in Egitto, ma l’ultimo meeting andato in scena mercoledì “si è concluso senza risultati”, ha raccontato una fonte palestinese a conoscenza del dossier.
La proposta ruotava attorno a un cessate il fuoco di sette giorni in cambio della liberazione di 40 ostaggi, ma le fazioni palestinesi hanno risposto che “il tempo per una tregua temporanea è finito”.
Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha spiegato ai mediatori egiziani che non sarà liberato nessun altro ostaggio israeliano fino a quando non ci sarà un cessate il fuoco permanente.
Oltre 20mila morti nella Striscia
Se le diplomazie continuano il loro lavoro, nella Striscia continua anche la strage di civili innocenti, col bilancio arrivato ormai a 20mila morti e una situazione sanitaria disperata.
Sono almeno 36 i morti e decine i feriti nei bombardamenti israeliani di ieri su Rafah e Khan Yunis, secondo fonti palestinesi. In particolare, media locali riferiscono di “una casa e una moschea prese di mira a un centinaio di metri dall’ospedale Kuwaitiano” a Rafah, con 12 vittime; e di 24 civili uccisi e diversi altri feriti nei raid di ieri su Khan Yunis, dove Israele aveva fra l’altro ordinato l’evacuazione di circa il 20% della più grande città nel sud della Striscia di Gaza.
I tre ostaggi israeliani morti
Ma non si placano in Israele le polemiche politiche sui tre ostaggi morti per mano dell’IDF, le forze di difesa dello stato ebraico. Un’inchiesta ha scoperto che, cinque giorni prima della sparatoria, un cane dell’esercito addestrato e con una telecamera aveva catturato l’audio del gruppetto in cui qualcuno chiedeva aiuto, in ebraico
Il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari, ha dovuto riconoscere che la registrazione non è stata ascoltata fino a dopo che gli ostaggi erano stati uccisi, uccisi nonostante avessero issato una maglietta bianca, scritto sui muri parole in ebraico con il poco cibo rimasto e gridato ‘aiuto’ in ebraico.