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Se la sinistra insegue M5S e Repubblica è finita

Se la sinistra insegue M5S e Repubblica è finita

L’altra sera è stata approvata una buona legge. E’ la prima buona legge che viene approvata dal settembre del 2022 (forse anche da prima). Stabilisce un elementare principio di civiltà. Cioè che è proibito dare un cittadino in pasto ai giornali ed esporlo alla gogna, solo perché così ha deciso un Pm d’accordo con un Gip.

Statisticamente ci sono 70 o 80 probabilità su cento che quel cittadino sia innocente, ma se si pubblicano sui giornali e si leggono in Tv, tonnellate di intercettazioni tagliate e manipolate, e altrettante tonnellate di supposizioni di colpevolezza di un Pm e dell’amico Gip, le possibilità di difesa del cittadino, probabilmente innocente (o sicuramente molto meno colpevole di quel che si dica nell’ordinanza d’arresto) sono ridotte a zero, e la sua vita privata, (forse legittimamente segreta) è esposta al pubblico ludibrio.

Se quel cittadino, come è ipotizzabile, è innocente, non solo subirà l’ingiustizia atroce della carcerazione senza condanna, ma anche l’ingiustizia del processo e della sentenza mediatica di colpevolezza. La gogna è decisa in modo arbitrario e autoritario da un Pm che lavora sapendo di avere comunque questo potere: sa di poter distruggere una persona anche senza avere gli elementi per farla condannare.

La sentenza di assoluzione non riparerà nemmeno alla metà dei danni procurati dal linciaggio. Tutto questo viene proibito dall’emendamento presentato da un parlamentare dell’opposizione, Enrico Costa, e approvato – anche se credo a malincuore da parte di qualcuno – dalla maggioranza e dai deputati di un pezzettino piccolo piccolo dell’opposizione. L’emendamento vieta di rendere pubbliche le ordinanze d’arresto, nella quale molto spesso i Pm riversano una quantità di materiale che copre di ignominia l’imputato.

Contro questa buona legge si è scatenata la canea forcaiola e reazionaria. Guidata da chi? Dai fascisti, direte voi. No: dalla sinistra, dal sindacato dei giornalisti e naturalmente, dietro le quinte, dal partito delle Procure. I giornalisti sono i più furiosi. Si capisce: negli ultimi 30 anni (da quando praticamente il giornalismo italiano è morto) il testo delle ordinanze di custodia cautelare erano il carburante dei giornali.

Ci si trovavano cose meravigliose, da frasi sputtananti pronunciate dagli imputati parlando con gli amici, al sesso, le amanti, talvolta fantastiche storie lgbt, cene, pranzi, vini…Una meraviglia, che arricchita dalle intercettazioni secretate ma fornite lo stesso da alcuni Pm ai principali giornali al loro servizio, risolveva ogni problema di strategia editoriale.

I cronisti giudiziari, che erano i lenoni (lenoni: non leoni) in queste operazioni spericolate, erano riusciti ad accumulare una quantità enorme di potere, mettendo ai margini i loro colleghi impegnati nel giornalismo minore (gli esteri, l’economia, la cultura, le grandi questioni sociali e altre quisquilie). Ora rischiano di restare spiazzati. Di perdere peso.

La nuova legge prevede che le ordinanze restino segrete fino all’udienza preliminare nella quale sarà un giudice a decidere cosa può essere utilizzato e cosa deve essere distrutto. Non è certo la soluzione definitiva al problema del linciaggio mediatico degli innocenti, ma almeno è un primo passo e l’affermazione di un principio, piuttosto banale, del diritto e della civiltà.

Quel che più addolora, tuttavia, non è la furia dei giornalisti, che è solo la protesta di una corporazione, non diversa dalle altre corporazioni, la quale vede colpiti alcuni suoi interessi. Colpisce la reazione del Pd. Che si è gettato a corpo morto dietro Repubblica e dietro il sindacato dei giornalisti, ha definito la legge una legge-bavaglio, ponendo fine a ogni suo anelito liberale.

Negli ultimi mesi si era accesa la fiammella della speranza. Era diventato quasi un vezzo, da parte di molti, dichiararsi garantisti. Tutto seppellito in poche ore. Si è scatenata la furia contro le idee liberali e si è tornati a mettere sull’altare la forca. Ci si è perfettamente allineati ai 5 Stelle.

Ma se la sinistra deve diventare questo – un tribunale, un fortino delle Procure, una cosa molto vicina all’ideologia di Travaglio e Belpietro – non si capisce perché non dovrebbe essere guidata da un avvocato esperto come Conte, che potrebbe richiamare al suo fianco anche Bonafede e Di Battista.

Se è questa la strada, possiamo pure mettere una pietra sopra alla speranza di vedere un giorno la sinistra vera: quella radicale, sociale, socialista, combattiva e liberale. Cioè l’unica possibile. Dovremo accontentarci di questa sinistra qui, che fa la gara con Salvini.

P.S. Mi chiedo come mai i giornali, sebbene ancora non ci sia nessuna legge bavaglio, si siano imbavagliati da soli per non parlare e scrivere della strage di Stato avvenuta la settimana scorsa nel Mediterraneo. 61 morti, almeno. Affogati perché le autorità italiane non hanno voluto che fossero soccorsi. Uno dei più grandi scandali degli ultimi anni. Silenzio, silenzio assoluto. Al solito: giornalisti coraggiosi!