La destra urlatrice
Chi è Santiago Abascal, il leader di Vox alleato urlatore di Giorgia Meloni
Non dimenticarsi che il leader dei conservatori spagnoli, Núñez Feijóo del Partito popolare, ha deciso di salire sullo stesso carro di Vox
Esteri - di Raùl Moreno
Risuona ancora la gravità delle dichiarazioni del leader dell’estrema destra spagnola, Santiago Abascal. Le ha pronunciate anche qualche giorno fa in Argentina, in coincidenza con l’atto di investitura alla presidenza del neoeletto Milei.
Ha detto testualmente: “Pedro Sánchez è un politico che non ha alcun limite morale. Non è intelligente. E questo gli dà un vantaggio competitivo. Ci sarà un momento in cui il popolo vorrà appenderlo per i piedi. Ma fino ad ora gli è andata bene”.
Una frase che evoca l’immagine della fine di Mussolini, un’uscita fuori luogo per qualsiasi politico in democrazia, parole che poi ha dovuto tentare di sfumare e giustificare per settimane, quando gli hanno spiegato l’inopportunità della brutalità della sua affermazione.
Ci ha provato giorni dopo su una televisione spagnola dicendo che confermava quanto detto e che non doveva chiedere scusa a nessuno perché si trattava di una “espressione colloquiale”.
Poi durante la convention a Roma del partito di Giorgia Meloni, ha detto che le sue parole erano state espressamente fraintese e che non desiderava che nessuno fosse impiccato per i piedi “nemmeno un corrotto o un traditore” alludendo al presidente socialista spagnolo, Pedro Sánchez.
Noi che dobbiamo sopportare i continui insulti del leader di Vox sappiamo che le sue dichiarazioni non sono dovute a una giornata storta, a un malinteso o a una interpretazione forzata. Fa parte di una strategia studiata il suo tentativo costante di denigrare umanamente l’avversario politico.
Questo è ciò a cui Abascal si è dedicato da quando ha una presenza nella politica spagnola, soprattutto dopo i suoi cattivi risultati nelle ultime elezioni generali di luglio, dopo che ha raccolto i cattivi frutti dell’essersi aggrappato al trumpismo, d’aver mentito a raffica e d’aver riempito la politica spagnola di rumoroso caos.
Non c’è niente di nuovo in tutto ciò, sia chiaro, se non fosse che il leader della destra spagnola e partner di Abascal in vari governi regionali, Núñez Feijóo del Partito popolare, ha deciso di salire sullo stesso carro di Abascal.
La frase del capo di Vox non è l’unica che ha pronunciato. È arrivato a dire che “non considera legittimo un governo con una così chiara vocazione totalitaria e investito con i voti di deputati che in realtà non sono tali”.
È difficile trovare una frase che più chiaramente di questa dimostri la non conoscenza e la volontà di abbattere il sistema politico e costituzionale della Spagna. Ovviamente il leader di Vox fa queste sparate liberamente in un parlamento e le fa dal suo seggio di deputato ottenuto in elezioni libere e democratiche.
Ci sono altre dichiarazioni che sono un insulto. Ha detto: “Sánchez è un truffatore, un bugiardo, un truffatore e un personaggio senza scrupoli capace di qualsiasi cosa per continuare a stare nel palazzo della Moncloa” e che “in Spagna non c’è legge a causa di Pedro Sánchez”. I tre esempi citati sono frasi letterali di Abascal tratte dal dibattito di investitura nel settembre di quest’anno.
Ma c’è di più. Un altro dei volti di Vox in Spagna, il suo portavoce nazionale, Ignacio Garriga, ha insistito il giorno dopo su questo tale: “Il rivale politico deve essere annientato fisicamente, finirlo”.
Potrei fare molti altri esempi, ma penso che il lettore si sia già fatto un’idea del tipo di personaggio e della sua formazione politica. Considero che la frase “prima o poi il popolo vorrà appenderlo ai piedi” in riferimento a Sánchez, illustri perfettamente il tentativo di avvelenare il clima politico in Spagna fino a ottenere un ambiente irrespirabile, che confonda l’elettorato nella speranza di spacciarsi poi come l’unica bolla di ossigeno possibile.
E il peggio è meglio è, la solita tattica dell’estrema destra messa in pratica per anni, che ha dato agli estremismi di destra successo nelle dittature del XX secolo e ora in vari paesi democratici europei.
Le dichiarazioni che ho riportato qui e molte altre che sono state fatte da Vox, oltre ad essere false, sono assolutamente inammissibili in una democrazia consolidata come quella spagnola.
Tanto che il Psoe ha annunciato che presenterà davanti alla Procura una denuncia contro Abascal per reati di odio e incitamento alla violenza per le dichiarazioni fatte in Argentina e per gli assedi alle sedi socialiste durate più di 20 notti di fila mentre si istigava alla violenza fisica contro i leader e i militanti della sinistra spagnola.
L’atteggiamento e le dichiarazioni di Vox non sono serviti al suo partner di governo, il Partito Popolare, a ripensare gli accordi che permettono loro di governare insieme in vari governi regionali. Fastidioso e preoccupante il silenzio del principale partito di opposizione che, lungi dal prendere distanza, si appaia al tentativo di gettare discredito con violenza nel paese.
Entrambi si comportano come partiti rabbiosi, hanno perso la testa all’idea di non poter contare su alcune leve del potere, si disinteressano della volontà dei cittadini rappresentati dalla stragrande maggioranza dei partiti politici in Spagna che, nonostante le loro differenze, concordano nel rifiutare il progetto che la destra e l’estrema destra rappresentano per la Spagna.
Pedro Sánchez è stato investito con l’appoggio di 12,6 milioni di spagnoli e di otto degli undici gruppi parlamentari del Congresso, rispetto agli 11 milioni che alle urne hanno votato Partito popolare, Vox e Upn (Union del pueblo navarro) lo scorso luglio.
È difficile trovare un’opposizione in Europa con la violenza dialettica usata costantemente da Pp e Vox in Spagna, con diversi e importanti media e con ascendenze anche in ambito giudiziario che fungono da altoparlante e contribuiscono a trasmettere ai cittadini l’idea di vivere in un clima politico irrespirabile che è quello che i due partiti vogliono creare.
Il problema è che c’è una parte importante dei cittadini che comincia a pensare che il Partito Popolare e Vox non solo hanno perso le elezioni, ma hanno anche perso la bussola. In Germania sarebbe impensabile per un partito politico scendere a patti con un’estrema destra così fatta.
In altri paesi, c’è una certa cordialità politica tra sinistra e destra, moderna e moderata, con la capacità di raggiungere accordi su questioni fondamentali per la governabilità del paese.
In Spagna no. L’opposizione di Pp e Vox vorrebbe spodestare Sánchez dalla presidenza, a quale costo. Raggiungere grandi accordi per migliorare la vita dei cittadini non è nella loro agenda. Parlano. Ma non fanno. Non sanno fare, non sanno trasformare, non sanno costruire un paese.
*Deputato socialista catalano