Napoli, ovunque vada è sempre casa mia. Napoli sold out, al Palapartenope, come sold out erano andate anche tutte altre le date dei concerti in altre città. “I numeri di questo Tour sono fuori da ogni logica di mercato … eppure eccoci qui”, ha scritto Davide Petrella in arte Tropico alla vigilia del concerto di domani, sabato 23 dicembre, a casa sua. Napoli, da dove “è iniziato sempre tutto”, per ogni disco. Compreso l’album Chiamami quando la magia finisce uscito lo scorso settembre per Numero Uno/Sony Music. Definitivo salto in alto di un autore in stato di grazia.
C’è sempre un misto di incredulità e di gratitudine nelle parole di Tropico. Incredulità per il percorso e la carriera costruiti: da ragazzino fanatico di musica e di pallone, fissato di John Lennon, onnivoro di canzoni, scialacquatore di citazioni, scoperto su MySpace da Cesare Cremonini, diventato prima autore tra i più richiesti e affermati e quindi interprete del suo pop raffinato e brillante. Gratitudine: per quello che definisce “un progetto che le persone hanno deciso di spingere dal basso, SCEGLIENDO, come non succedeva più da parecchio”. Potrebbe farne a meno, di questa sospensione, soprattutto dopo un anno da incorniciare. E torniamo al puntuale giochino.
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Giochino per Natale: vicino alla Tombola, al Mercante in Fiera. O anche per l’estate, fate voi. Indovinare quali canzoni passa la radio che non abbia scritto, suonato, prodotto, arrangiato, azzimmato, acconciato Davide Petrella in questi anni. E allora vai con l’ultimo Sanremo: Due vite di Marco Mengoni e Cenere di Lazza, rispettivamente primo e secondo posto. O andando più indietro: le hit Vorrei ma non posto di Fedez e J-Ax, Pamplona di Fabri Fibra con Tommaso Paradiso, Fenomenale di Gianna Nannini, Logico di Cesare Cremonini. E ancora, le collaborazioni con Mahmood, Jovanotti, Elisa, Guè Pequeno, Marracash, Rkomi, Ghali.
Lo scorso settembre il secondo album da solista come Tropico, anticipato dai singoli Chiamami quando la magia finisce e Che Mme Lassat’ a fa e Fantasie. I feat con Cremonini, Mahmood, Madame, Joan Thiele e Raiz. Successo di pubblico e critica – per Rolling Stone quarto tra i migliori album italiani dell’anno. Il tour di sei date (prodotto da Ufficio K, Suonivisioni, Garage Days) è stato anticipato da un ultimo singolo: Ubriachi di vita. Napoli si annusa e si vede spesso nell’ultimo disco. Non è una presenza necessaria, almeno non nella musica: non è soltanto grazie alla napoletanità che sbanca ovunque – e non sempre con brillantezza – nello spettacolo e nell’arte degli ultimi anni se Tropico viaggia così forte anche da solo.
La sensazione è perfino che i suoi capolavori debba ancora scriverli. Domani si torna a casa. Chissà che in virtù di tutti questi feat non sia prevista anche qualche sorpresa.