Parla il capo della Cei
Il cardinale Zuppi: “Chi salva i migranti non va criminalizzato. Presepe non può essere imposto per legge”
“Nel nostro mare affogano migliaia di donne e neonati, e il problema secondo lei è Casarini?”. È solo un passaggio dell’intervista concessa al Corriere della Sera dal cardinale Matteo Zuppi, il presidente della Cei che con Aldo Cazzullo è tornato sul caso della campagna stampa realizzata da La Verità contro le Ong e i finanziamenti ricevuti dalla Chiesa.
Il rapporto con Casarini, Mediterranea e i soldi alle Ong
“Se le Ong sono complici degli scafisti, allora lo sono tutti quelli che salvano i profughi in mare, a iniziare dalla Guardia Costiera che compie il 95 per cento dei salvataggi. Guai a criminalizzare l’umanitario!”, dice infatti Zuppi a proposito dell’indagine sulla Ong Mediterranea dello stesso Luca Casarini e delle intercettazioni diffuse da La Verità dell’ex leader no-global italiano su donazioni arrivate anche dalla Chiesa.
Alla domanda se Casarini possa aver tradito la buonafede di chi gli ha fatto donazioni anche nella Chiesa, Zuppi risponde: “Casarini ha dato querela ai suoi accusatori. Vedremo come va a finire. Alcune diocesi hanno aiutato la sua Ong, in misura peraltro molto limitata in confronto al bilancio dell’associazione. Lui ha presentato tutti i rendiconti”.
Quanto alla campagna mediatica contro di lui, con tanto di intercettazioni e messaggi senza rilevanza penale pubblicate sul giornale di Belpietro, questo il giudizio del capo della vescovi italiani: “A me resta sempre da capire per quale motivo le intercettazioni sono pubblicate, e perché quelle parti e non altre. La magistratura farà chiarezza. Alle diocesi coinvolte fanno fede gli impegni presi e rispettati”.
Il conflitto in Ucraina e Gaza
Il cardinale non ha solo affermato che l’umanità deve agire per salvare vite umane, ma è anche tornato a parlare dell’incarico affidatogli da Papa Francesco, ovvero di trovare una soluzione diplomatica per fermare la guerra in Ucraina. Zuppi indica “progressi in corso”. “Qualcosa si muove. Sono stato a Kiev e a Mosca. Sono stato a Washington e a Pechino. Sia i russi sia gli ucraini hanno riconosciuto il ruolo della Santa Sede. I nunzi nelle due capitali stanno facendo un lavoro egregio. Certo, vorremmo molti più risultati sul ritorno dei bambini. Non perderemo nessuna opportunità per farlo. Non è possibile che oltre alle armi non ci sia altro per sconfiggere la guerra”, le parole del cardinale.
Zuppi difende anche il Pontefice argentino dalle fantasiose accuse di equidistanza in Ucraina e di essere schierato con i palestinesi a Gaza. “Sull’Ucraina, il Papa ha sempre distinto con chiarezza tra aggressore e aggredito. Nella guerra di Gaza è vicino a entrambi i popoli. Ha condannato il crimine del 7 ottobre, come ha fatto con la guerra nella Striscia che ha già causato migliaia di morti innocenti. Francesco condanna Hamas e difende le vittime innocenti di Gaza. Cos’altro può fare il Papa?”, si chiede il numero uno della Cei.
Il presepe nelle scuole
Infine, il cardinale Zuppi ha commentato la polemica generata dalla proposta di legge di Fratelli d’Italia riguardante il “divieto di vietare” il presepe nei luoghi pubblici, comprese le scuole.
Il capo della Cei esprime la preoccupazione che il presepe, elemento ricco di umanità e divinità, possa diventare divisivo anziché un simbolo di unità. “Non vorrei che il presepe, che è bellissimo e umanissimo così com’è, pieno di umano e divino e che è già per tutti, diventasse antipatico e divisivo. A volte con la giusta preoccupazione dell’accoglienza pensiamo che questa significhi nascondere la storia, i tratti della nostra casa”, le sue parole.