Pugno di ferro
Chi è Anna Maria Cisint la sindaca che ha scatenato la ‘guerra di religione’ a Monfalcone
Migliaia di persone hanno manifestato prima del Natale per ribadire il concetto: "Siamo tutti italiani". Le polemiche per le chiusure dei luoghi di culto per arabi e musulmani. Il primo cittadino: "Questione di rispetto delle regole e di sicurezza"
Politica - di Redazione Web
Sono migliaia i fedeli della religione musulmana che stanno manifestando a Monfalcone (Gorizia) per protestare contro la decisione di chiudere i loro luoghi di culto presa dalla sindaca Anna Maria Cisint. I manifestanti sono giunti questa mattina nella cittadina da tanti luoghi del Nord Est: Mestre, Pordenone e perfino Rimini. Un lungo corteo sta sfilando nelle strade aperto da uno striscione con la scritta “Siamo tutti monfalconesi“; in tanti sventolano bandiere tricolori e dell’Unione Europea. “Siamo cittadini italiani, paghiamo le tasse, parliamo correttamente l’italiano e contribuiamo alla produzione del Paese: chiudere i nostri luoghi di preghiera è anticostituzionale. Ci hanno provato anche in altre città ma ci siamo rivolti al Tar, che ci ha dato ragione“, hanno sostenuto alcuni manifestanti.
“In questa vigilia natalizia, Monfalcone ha avuto la più evidente dimostrazione della volontà di prevaricazione da parte della comunità musulmana per imporre il proprio modello islamico più integralista“. Lo scrive in una nota la sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, in merito alla manifestazione contro la chiusura dei luoghi di culto musulmani. “Da un lato, nel centro cittadino e nei quartieri, la voglia di festeggiare il momento più alto della Natività nel quale si riconoscono i principi cristiani che sono alla base della nostra civiltà – scrive la sindaca – dall’altro un’indecorosa protesta basata su presupposti inquietanti che preoccupano per il loro richiamo all’ intolleranza verso l’accettazione dei nostri presupposti di convivenza sociale e legalità“. Cisint è “profondamente colpita e gratificata” dalle “espressioni di affermazioni di vicinanza per gli attacchi ricevuti in queste settimane e di affetto avuti dai tanti cittadini incontrati dinanzi al presepe“, simbolo “dell’ insegnamento che orienta la nostra visione nel segno dei valori di famiglia, solidarietà e dignità umana, di uomini e donne“.
La sindaca sottolinea di aver chiesto ai promotori della manifestazione “di evitare la forma di protesta scelta” durante il periodo natalizio, “invito rifiutato“. Così come “in precedenza si è rifiutata ogni forma di disponibilità e dialogo“. “Da mesi prevalgono gli atteggiamenti di una sfida fondamentalista che assume tratti inaccettabili allorché si pone in contrasto con le leggi e le norme italiane che tutti i cittadini sono chiamati a rispettare“, cioè i centri islamici “non in regola con prescrizioni urbanistiche e sull’incolumità pubblica“, e poi “sopraffazioni contro le donne, e le espressioni di violenza che inneggiano al terrorismo palestinese“. Critiche alla sinistra, che “sta ancora dalla parte sbagliata“. Cisint annuncia che non si lascerà intimidire da “manifestazioni come quella odierna“.