La strage a Gaza
Israele rompe con l’Onu, Netanyahu blocca i visti dopo la strage di Natale
L’accusa alle Nazioni Unite: «partner complici» delle tattiche di Hamas. L’Iran minaccia il governo israeliano: “Inizi il conto alla rovescia”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Gaza, Natale di sangue. È salito ad almeno 106 morti il bilancio delle vittime del bombardamento aereo israeliano che ha colpito lunedì il campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza.
Lo riporta l’agenzia di stampa americana Associated Press, citando i registri del vicino ospedale di Al-Aqsa. Un precedente bilancio fornito dal ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas parlava di almeno 70 morti.
Si tratta di uno dei raid israeliani più sanguinosi dall’inizio dell’operazione militare, e su tale attacco le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno avviato una “verifica”, ha fatto sapere la radio militare di Israele. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dato notizia di testimonianze “strazianti” raccolte dalle sue équipe nell’ospedale della Striscia dove si trovano le vittime del bombardamento.
Proiettili dell’artiglieria israeliana hanno colpito i piani superiori della sede della Mezzaluna Rossa palestinese a Khan Yunis, nel settore sud della Striscia di Gaza, e hanno provocato alcune vittime fra gli sfollati che si trovavano al suo interno. Lo ha riferito su X la Mezzaluna Rossa palestinese. Nel palazzo in questione, ha aggiunto, avevano trovato riparo migliaia di sfollati.
«Siamo gravemente preoccupati per i continui bombardamenti israeliani nel centro di Gaza, che hanno provocato la morte di oltre 100 palestinesi dalla vigilia di Natale», ha dichiarato il portavoce dell’ufficio dell’Onu per i diritti umani, Seif Magango. «È particolarmente preoccupante che questi ultimi intensi bombardamenti avvengano dopo che le forze israeliane hanno ordinato ai palestinesi a sud di Wadi Gaza di spostarsi verso il centro di Gaza e Tal al Sultan a Rafah».
«Le forze israeliane hanno condotto oltre 50 raid nel centro di Gaza tra il 24 e il 25 dicembre, compresi quelli su tre campi profughi, al-Bureij, al-Nuseirat, and al-Maghazi», conclude, ribadendo la richiesta che Israele rispetti la legge internazionale umanitaria e eviti di fare vittime civili nei suoi attacchi.
Intanto Israele afferma che non concederà più visti automatici ai dipendenti delle Nazioni Unite, accusando le Nazioni Unite di essere «partner complici» delle tattiche di Hamas, lo scrive il Times of Israel. La mossa non fa che aumentare le tensioni tra le Nazioni Unite e Israele, che da tempo sostiene che l’organismo mondiale gli rivolga critiche ingiuste e sproporzionate.
Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, ha detto che almeno 20.915 persone, di cui circa 8mila bambini, sono state uccise nell’enclave palestinese da quando è scoppiata la guerra con Israele il 7 ottobre. Il ministero ha detto che altre 54.918 persone sono state ferite in più di 11 settimane di combattimenti.
Il generale Herzi Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito israeliano ha dichiarato che “La guerra” a Gaza “andrà avanti ancora per molti mesi”. Halevi ha visitato la Striscia di Gaza e ha parlato con comandanti e soldati, dopo di che ha affermato che l’Idf è «vicino al completamento dello smantellamento dei battaglioni di Hamas nel nord della Striscia di Gaza». Il bilancio dei soldati morti, dall’inizio dell’operazione di terra, è salito ora a 161.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha minacciato Israele dopo l’assassinio del generale dei Guardiani della rivoluzione Razi Mousavi in Siria scrivendo su X che il governo dello Stato ebraico dovrebbe iniziare “il conto alla rovescia”, alludendo chiaramente a una ritorsione da parte di Teheran. Lo riferisce Haaretz.