Musica e Cinema

Leonard Bernstein: chi era il direttore d’orchestra e compositore del film “Maestro” di Bradley Cooper

Il successo di "West Side Story", il primo statunitense a dirigere l’Orchestra della Scala di Milano. Il matrimonio con Felicia Montealegre e l'omosessualità, "il mio piccolo demone". Il film di Bradley Cooper accusato di antisemitismo

Cinema - di Redazione Web

27 Dicembre 2023 alle 13:32 - Ultimo agg. 27 Dicembre 2023 alle 13:38

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Foto da Lapress + Screenshot
Foto da Lapress + Screenshot

Bradley Cooper era stato criticato ancora prima che il suo nuovo lavoro fosse pubblicato, prima che venisse presentato. Dalle fotografie di scena e dai trailer. Maestro, suo film presentato lo scorso settembre alla Mostra del Cinema di Venezia e uscito sulla piattaforma streaming Netflix a dicembre, racconta la storia d’amore tra il compositore newyorkese Leonard Bernstein e la moglie e attrice Felicia Montealegre. La protagonista è interpretata da Carey Mulligan. Il film sta riscuotendo un ottimo successo di pubblico dall’apparizione sulla piattaforma.

Bernstein è considerato uno dei migliori compositori e direttori d’orchestra di tutti i tempi. Era nato nel Massachusetts nel 1918 da una famiglia di ebrei polacchi. Aveva cominciato a suonare il pianoforte a dieci anni, si era laureato ad Harvard e aveva studiato composizione alla Curtis Institute of Music in Pennsylvania. Il successo arrivò nel 1943, quando da direttore assistente della Filarmonica di New York sostituì il direttore malato. Fu un grande successo di critica e pubblico.

Il successo di Bernstein

Il suo stile era teatrale, estroverso, accompagnava la musica anche con il corpo. Nelle sue opere mischiava la musica popolare alla classica, pescava dal jazz. Bernstein è stato anche il primo statunitense, nel 1953, a dirigere l’Orchestra della Scala di Milano. La sua opera più famosa è West Side Story, composta nel 1957 e adattata per il cinema in un film uscito nel 1961 e di cui Steven Spielberg ha realizzato un remake nel 2021. 732 repliche a Brodway e una tournée di grandissimo successo.

Bernstein diresse anche il primo concerto non ufficiale dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989. Altro grande successo fu la serie di 53 puntate televisive per la CBS intitolata Young People’s Concerts. Affamato di popolarità, divenne un personaggio conosciuto anche dal grande pubblico e in occasione di un ricevimento di artisti e personaggi celebri per raccogliere fondi per le Black Panthers, nel gennaio 1970, lo scrittore Tom Wolfe coniò il termine “radical chic” che comparve per la prima volta in un articolo pubblicato sul New York Times. Bernstein, oltre a essere un intellettuale stimolato dalle più diverse discipline, era anche impegnato: si schiero contro la guerra in Vietnam e contro il razzismo, l’FBI realizzò su di lui un fascicolo di 800 pagine compilato in 40 anni.

La vita privata, il matrimonio e l’omosessualità di Bernstein

Bernstein conobbe Montealegre negli anni ’40, la coppia si sposò nel 1951 ed ebbe tre figli: Jamie, Alexander e Nina. Secondo il gossip il direttore e compositore ebbe altre relazioni extraconiugali. Chiamava la sua omosessualità il suo “piccolo demone”. La moglie accettò il suo orientamento sessuale. Bernstein però nel 1976 andò a vivere con l’amico Tom Cothran e quando a Felicia Montealegre, l’anno dopo, venne diagnosticato un cancro ai polmoni, la coppia si riunì e il compositore rimase con la moglie fino alla morte nel 1978.

Suonò fino alla morte, nel 1990, dopo una vita da fumatore incallito e dopo aver sviluppato una dipendenza da anfetamine e antidepressivi. “Non voglio passare la mia vita come ha fatto Toscanini, studiando e ristudiando gli stessi cinquanta pezzi per sempre”, disse in un’intervista ai microfoni del New York Times. “Mi annoierei a morte. Voglio dirigere, voglio suonare il pianoforte, voglio scrivere per Hollywood. Voglio comporre musica sinfonica. E voglio continuare a provare a essere, nel senso più completo di questa parola meravigliosa, un musicista”.

Le critiche a Cooper per la protesi al naso

Cooper ha scritto, prodotto, diretto e interpretato da protagonista il film. Era stato criticato già nei giorni di Venezia per la protesi al naso che secondo gli accusatori riproduceva il tratto somatico legato alle rappresentazioni antisemite, come succedeva già nelle illustrazioni razziste dell’inizio del Novecento. Ed era stato criticato per aver interpretato un personaggio di origini ebree senza essere ebreo lui stesso. Sulla questione era nato un dibattito. I figli di Bernstein erano intervenuti difendendo Cooper. “Ha scelto di usare del trucco per accentuare questa somiglianza, e a noi va assolutamente bene. E siamo certi che sarebbe andato bene anche a nostro padre”.

27 Dicembre 2023

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