A rischio chiusura
L’EBRI fondato da Rita Levi Montalcini senza fondi: dalla Manovra stop al centro di ricerca sul cervello
Nella Manovra approvato nella serata di venerdì 29 dicembre non ci sono soldi per l’EBRI, lo European Research Institute Rita Levi Montalcini con sede a Roma.
Per la prima volta dopo oltre dieci anni il contributo per i costi strutturali che la Fondazione EBRI Rita Levi Montalcini riceve fin dal 2012 attraverso la legge di Bilancio non è stato infatti rinnovato.
Cos’è l’EBRI
Fondato nel 2001 dalla scienziata premio Nobel Rita Levi Montalcini, scomparsa il 30 dicembre 2012, l’EBRI è uno dei centri di ricerca sul cervello più prestigiosi al mondo.
Senza i soldi della Manovra, di fatto il governo Meloni lo affossa destinandolo alla chiusura. A denunciarlo senza mezzi termini è Antonio Cattaneo, presidente della Fondazione ma anche professore di neurobiologia alla Normale di Pisa, uno dei più importanti neuroscienziati italiani. “È una decisione grave, della quale il Governo deve assumersi la responsabilità”, spiega.
“È una decisione – aggiunge Cattaneo – che vanifica i significativi risultati di livello internazionale ottenuti dai ricercatori dell’EBRI, che aumentano le nostre conoscenze sul cervello e sui meccanismi di molte malattie neurologiche e dei disturbi dello spettro autistico. I risultati raggiunti dall’EBRI sono alla base di future innovative terapie per gravi malattie del cervello e dell’occhio che oggi non hanno cure adeguate, tra le quali malattia di Alzheimer e altre gravi malattie neurodegenerative, sclerosi multipla, epilessia, malattie neuropsichiatriche, glaucoma e neuropatie ottiche. Nuovi innovativi farmaci sviluppati all’EBRI sono in via di sviluppo clinico, e sperimentazioni cliniche sono in corso, in collaborazione con primari centri clinici. Nuove neurotecnologie d’avanguardia, basate su ingegneria proteica, terapia genica, intelligenza artificiale, imaging ottico, registrazioni elettrofisiologiche multiple vengono sviluppate e utilizzate nei progetti di ricerca in corso all’EBRI“.
L’EBRI a rischio chiusura
Il mancato rinnovo del contributo all’EBRI, sottolinea il centro di ricerca, “determina l’impossibilità di proseguire le ricerche e di sostenere i costi strutturali e la implementazione e manutenzione dei laboratori e delle sofisticate apparecchiature, costi che non possono essere coperti dai finanziamenti, in larga parte internazionali, per progetti di ricerca competitivi vinti dalle ricercatrici e dai ricercatori dell’EBRI. Alcune delle conseguenze del mancato rinnovo saranno la restituzione di finanziamenti competitivi ricevuti dall’estero, la interruzione di collaborazioni con prestigiose università e centri di ricerca nazionali ed internazionali, nonchè di sperimentazioni cliniche attualmente in corso su pazienti“.
La “pezza” del Ministero
Di fronte alle reazioni politiche durissime sul mancato finanziamento dell’EBRI, è arrivata la parziale retromarcia del ministero dell’Università guidato da Anna Maria Bernini.
Fonti del ministero hanno infatti reso noto che “il rinnovo del finanziamento è già allo studio del ministero impegnato nell’individuazione delle risorse più adeguate allo scopo. L’assegnazione di nuovi fondi, quindi, sarà previsto in uno dei prossimi provvedimenti legislativi a inizio del prossimo anno, in rispetto, tra l’altro, dell’impegno contenuto in un ordine del giorno accolto dal Senato durante l’esame in commissione”.