La lettera all'ex procuratore
Caro Giancarlo Caselli: il bavaglio ai giornalisti c’è, ma è sui morti nel Mediterraneo
E' un gigantesco imbroglio. Ed è un linciaggio che viola i diritti degli indagati. Amico Caselli, il bavaglio c’è, ma non è quello che dice lei.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Carissimo dottor Caselli,
Lei sa che, sebbene io molto raramente condivida quel che lei scrive o dice, la stimo. Perché penso che lei sia una persona onesta e coerente. E sono due doti rare. Quasi del tutto assenti nel giornalismo. Rarissime nella magistratura. Però – dopo aver letto la sua intervista al Fatto – la voglio invitare a ragionare sulla questione della cosiddetta legge-bavaglio che impedisce la pubblicazione dell’integrale o di una selezione delle ordinanze di imprigionamento degli indagati (che come lei ben sa sono innocenti fino a prova contraria).
Perché, chiedo, parla di bavaglio, come ha fatto anche il dottor Paolo Maddalena, ex vicepresidente della Consulta, e addirittura (lo ha detto Maddalena) di norma incostituzionale e che mette a rischio la democrazia? Lei, quando era Procuratore a Palermo, e poi a Torino, ha lavorato con una legge esattamente uguale a quella proposta da Costa e che ora chiamate “bavaglio”. Eppure non mi pare che il lavoro della magistratura fu silenziato. Persino la campagna tv e dei giornali sulla trattativa (la quale poi s’è rivelata essere una mezza bufala, o forse una bufala totale) avvenne con una legge identica a quella che sta per essere approvata. E allora? Non ve ne eravate neppure accorti.
Le voglio far osservare un titolo del Corriere di ieri: Caso Verdini: «Così padre e figlio pilotavano gli appalti». Processo chiuso: li pilotavano. Punto. Sono colpevoli e basta. Cosa salva il Corriere? Le virgolette. Dice il Corriere: ci sono le virgolette, io non sottoscrivo, è la tesi del Pm …
Ammetterà che è un gigantesco imbroglio. Ed è un linciaggio che viola i diritti degli indagati. Colpevoli o innocenti che siano. Tranquillo comunque: quando la legge sarà in vigore, via le virgolette e dentro, al massimo, un condizionale. Oltretutto il rischio per gli editori coraggiosi che violeranno la legge è una ammenda di 250 euro. Non la fucilazione.
No, dottor Caselli. Non c’è bavaglio. Notavo invece in questi giorni che quasi nessun giornale (forse solo noi e l’Avvenire) scriveva del naufragio in mare e dell’annegamento, il 15 dicembre, di 61 profughi. Lì la colpa delle autorità italiane è evidentissima. Potevano salvarli. Invece hanno rimandato i soccorsi. E hanno permesso che altri 25 profughi fossero deportati illegalmente nei lager libici. Qualcuno ha aperto un’inchiesta? E i giornali? I giornali erano presi da Verdini e da Ferragni. Pagine e pagine. Non c’era spazio per 61 neri. Amico Caselli, il bavaglio c’è, ma non è quello che dice lei.