3 mei di macelleria
Escalation di violenza in Medio Oriente: le stragi di Netanyahu, l’orrore infame e gli stupri di Hamas
21 mila morti a Gaza e il 70 per cento delle abitazioni distrutte. Il New York Times ha raccolto le testimonianze della furia contro le donne nel raid del 7 ottobre
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Orrore e morte. Migliaia di bambini palestinesi uccisi nei bombardamenti. I racconti angoscianti delle donne israeliane rapite e violentate dai miliziani di Hamas. Il 2023 saluta nel peggiore dei modi: una guerra in Terrasanta che ha assunto i caratteri di una faida barbarica.
La guerra durerà ancora per mesi, ribadisce il premier israeliano Benjamin Netanyahu. E i fronti si stanno pericolosamente estendendo, a nord (Siria, Libano) e nel Mar Rosso. Con Teheran nel mirino di Tel Aviv. Il Medioriente, una polveriera (nucleare) pronta ad esplodere e a intrecciarsi con l’altro fronte di guerra: quello russo-ucraino. Sinistri presagi per l’anno che verrà.
Sale a 21.672 il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in risposta agli attacchi del 7 ottobre compiuti dai miliziani di Hamas. Lo riferisce il ministero della Sanità di Hamas, senza chiarire quante sono le vittime civili e quanti sono morti nei combattimenti. In un comunicato, il ministero afferma che 165 persone sono rimaste uccise nelle ultime 24 ore, mentre un totale di 56.165 altre sono rimaste ferite nei combattimenti.
L’esercito israeliano ha dichiarato che le sue truppe stanno avanzando nel sud della Striscia di Gaza, con l’aviazione che ha intensificato le operazioni effettuando circa 50 attacchi contro obiettivi nell’area, compresi tunnel e altre infrastrutture utilizzate da Hamas per attaccare le divisioni israeliane.
L’Idf ha pubblicato video del battaglione Givati in azione mentre infuriano i combattimenti con i miliziani di Hamas. Circa la metà degli edifici a Gaza sono stati danneggiati o distrutti dalla guerra, una percentuale nella quale sono incluse le abitazioni, colpite nella misura del 70%. A scriverne è il Wall Street Journal, che basa il suo rapporto su fotografie satellitari e altri metodi di telerilevamento.
Tra gli edifici presi di mira – afferma – ci sono fabbriche, case di preghiera, scuole, centri commerciali e alberghi. Solo otto dei 36 ospedali di Gaza possono accettare pazienti e la maggior parte delle infrastrutture di base, per acqua, elettricità e comunicazioni, è stata demolita.
“La parola ‘Gaza’ passerà alla storia insieme a Dresda e ad altre famose città che sono state bombardate”, ha dichiarato al giornale Robert Pape, un politologo dell’Università di Chicago.
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All’indomani degli attacchi del 7 ottobre 2023 compiuti da Hamas nel sud di Israele, è venuto alla luce un terrificante quadro di violenza sessuale contro le donne. Il New York Times ha condotto un’indagine durata ben due mesi, scoprendo dettagli angoscianti, che raccontano di violenze sessuali.
Una testimone chiave, di nome Sapir, ha fornito una testimonianza esplicita, descrivendo la brutalizzazione delle donne da parte di uomini armati. Ha ricordato di aver assistito allo stupro e all’uccisione di almeno cinque donne, sottolineando il caos e la brutalità degli aggressori. Il racconto di Sapir era supportato dalle fotografie del suo nascondiglio e delle sue ferite.
A circa 15 metri dal suo nascondiglio, ha detto, ha visto avvicinarsi motociclette, automobili e camion. Ha detto di aver visto «circa 100 uomini», la maggior parte dei quali vestiti con tute militari e stivali da combattimento, alcuni con tute scure, entrare e uscire dai veicoli.
Ha detto che gli uomini si sono radunati lungo la strada e si sono passati tra di loro fucili d’assalto, granate, piccoli missili e donne gravemente ferite, dice il rapporto del Nyt. «Era come un punto di raccolta» ha detto. La prima vittima che Sapir ha detto di aver visto era una giovane donna con i capelli color rame, il sangue che le colava lungo la schiena, i pantaloni abbassati fino alle ginocchia.
Un uomo l’ha tirata per i capelli, costringendola a piegarsi. Un altro l’ha stuprata, ha detto Sapir, e ogni volta che lei sussultava, lui le affondava un coltello nella schiena. Ha detto di aver poi visto un’altra donna «fatta a pezzi».
Mentre un terrorista la violentava, ha detto, un altro ha tirato fuori un taglierino e le ha tagliato il seno. «Uno ha continuato a violentarla, e l’altro ha lanciato il suo seno a qualcun altro, e loro ci hanno giocato, lo hanno lanciato e lasciato cadere sulla strada», ha detto Sapir secondo il New York Times.
La teste ha aggiunto che gli uomini le hanno tagliato il viso e che poi la donna è scomparsa dalla vista. Più o meno nello stesso lasso di tempo, ha detto, ha visto altre tre donne violentate e terroristi che trasportavano le teste mozzate di altre tre donne.
Un altro testimone, Raz Cohen, secondo il rapporto del Nyt, un giovane israeliano che ha partecipato al rave e che aveva lavorato recentemente nella Repubblica Democratica del Congo addestrando soldati congolesi, ha detto che si nascondeva in un letto di ruscello prosciugato, cosa che gli ha fornito una certa copertura dagli assalitori che perlustravano la zona e sparavano a chiunque trovassero, ha detto in un’intervista di un’ora e mezza in un ristorante di Tel Aviv.
Forse 40 metri davanti a lui, ha ricordato, un furgone bianco si è fermato e le sue porte si sono aperte. Ha detto di aver poi visto cinque uomini, che indossavano abiti civili, tutti con coltelli e uno con un martello, trascinare una donna sul terreno. Era giovane, nuda e urlava. «Si riuniscono tutti intorno a lei», ha detto Cohen.
«Lei è in piedi. Cominciano a violentarla. Ho visto gli uomini che stavano a semicerchio intorno a lei. Uno la penetra. Lei urla. Ricordo ancora la sua voce, urla senza parole». «Poi uno di loro solleva un coltello», ha detto, «e l’hanno semplicemente massacrata».
Cisgiordania, l’anno più letale per i palestinesi
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, in un comunicato diffuso venerdì sera, ha reso noto che “con un totale di 504 palestinesi uccisi in Cisgiordania finora il 2023 è stato l’anno più letale per i palestinesi in Cisgiordania da quando è stata istituita l’agenzia per i diritti umani” e ha iniziato, nel 2005 a tener conto delle vittime.