La rilevazione
Sondaggi politici: il governo Meloni scivola ma Fdi è più forte, l’ultima indagine Pagnoncelli per Ipsos del 2023
Gli indicatori di Meloni scendono soprattutto tra ceti dirigenti, lavoratori autonomi, impiegati e insegnanti, operai. Difficili grandi sconvolgimenti a breve
News - di Redazione Web
Secondo l’ultimo sondaggio Pagnoncelli, istituto Ipsos, il governo di centrodestra e la Presidente del Consiglio perdono parte del loro elettorato, anche di quello più organico. Questo però non determina stravolgimenti nelle intenzioni di voto. Il partito della premier sembra addirittura rafforzato, “e questo perché, come abbiamo recentemente sottolineato più volte, non si vede un’alternativa praticabile”. L’indagine arriva sul Corriere della Sera l’ultimo dell’anno, il 31 dicembre 2023, dopo un anno di governo Meloni, “il primo governo presieduto da una donna nella storia del nostro Paese, il primo governo con al centro una forza dichiaratamente di destra” e “che interrompe l’anomalia di undici anni di governi, per quanto legittimi, ‘drammaticamente distanti dalle indicazioni degli elettori’”.
Secondo l’indagine l’indice di apprezzamento del governo scende dal 54% al 44%, quello della premier dal 58% al 44%. Gli indicatori di Meloni scendono soprattutto tra ceti dirigenti, lavoratori autonomi, impiegati e insegnanti, operai. Fratelli d’Italia invece esce perfino rafforzato: rispetto alle politiche il partito della premier passa dal 26% al 29,3% nelle intenzioni di voto. È la variazione più sostanziale rispetto al risultato delle urne del settembre 2022, a indicare la solidità della maggioranza, possibile però soltanto grazie al consenso del partito della premier. “La crescita di FdI è determinata in larga misura da elettori di Lega e Forza Italia che transitano verso il partito di maggioranza relativa cui è da aggiungere un apprezzabile flusso proveniente dagli elettori del Terzo polo”, si legge ancora.
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Gli orientamenti di voto dei partiti
Il Partito Democratico recupera negli ultimi mesi ma riesce sostanzialmente a tenere il voto delle politiche. I dem mantengono un elettorato di ceti medi, medio-alti, pensionati, primo tra laureati e studenti. Il partito della segretaria Elly Schlein è al 19%. Il Movimento 5 Stelle resta stabile, si presenta come la formazione che rappresenta i ceti bassi e in difficoltà. L’attacco frontale di Meloni a Conte al Senato che ha designato l’ex premier “avvocato del popolo” come leader delle opposizioni promette scintille anche nei prossimi mesi. Il M5s passa dal 15,4% delle politiche al 17,2% di oggi.
La Lega di Matteo Salvini anche ha perso quasi un punto percentuale, è all’8%. Forza Italia scivola invece rispetto al settembre 2022 dall’8,1% al 6,8%. Per chiudere con il centrodestra, Noi Moderati di Maurizio Lupi è all’1%. Quello che si chiamava Terzo Polo pure scivola: i voti di Italia Viva e Azione messi insieme arrivano al 6,7%, alle politiche erano il 7,8%. A seguire Alleanza Verdi Sinistra al 4%. + Europa al 2,4%, Italexit all’1,4%, Unione Popolare all’1,4%, Italia popolare e sovrana all’1%, la generica voce “altre liste” all’1,8%.
La volatilità del voto
“È quindi probabile che difficilmente a breve l’esecutivo sarà insidiato. Ma la campagna elettorale (l’eterna campagna elettorale italiana) è in pieno svolgimento. Vedremo cosa succederà, benché sia difficile al momento prevedere grandi sconvolgimenti”. L’instabilità elettorale, la volatilità, è infatti un fenomeno che genera movimenti soltanto all’interno delle stesse coalizioni, senza determinare passaggi di voti dalla maggioranza all’opposizione. Sempre altissima la percentuale di chi rientra alla voce astensione e indecisi, che sale al 42%.