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La Libia si prende altre 12 miglia di mare, l’Italia in silenzio: così Tripoli fa il lavoro sporco per fermare i migranti

SALVATAGGIO MIGRANTI AD OPERA DI MEDICI SENZA FRONTIERE GEO BARENTS ONG SOPRAVVISSUTO SOPRAVVISSUTI MIGRANTE MIGRANTI PROFUGO PROFUGHI

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La Libia sta per interdire altre 12 miglia di mare alla libera navigazione. Ha dichiarato 12 miglia di zona contigua, oltre le sue 12 miglia di acque territoriali.

Sempre con il tacito assenso dell’Italia (e degli altri stati costieri) ormai perfettamente organizzatasi nel fingere di non vedere e non sentire quando si tratta di acque internazionali così da lasciar fare il più possibile ai libici, lautamente ricompensati, il lavoro sporco di fermare migranti, catturarli e sbatterli prima in galera e poi oltre confine.

Così che ad infrangere le leggi internazionali siano loro e non noi. La zona contigua, nel diritto del mare, è la zona adiacente le acque territoriali nella quale lo Stato costiero esercita poteri di controllo anche sulle navi straniere e puo’ far valere la sua legge nazionale.

I libici (della sola Tripolitania, non della Cirenaica) hanno recentemente dichiarato una zona contigua creando così il presupposto per interdire altre 12 miglia nautiche alla libera navigazione e ai soccorsi, soprattutto delle navi delle ong, in armonia con le indicazioni politiche, e con il coordinamento operativo, provenienti dall’Italia.

Cosa accadrà in concreto? Che se una nave di una Ong sta facendo un salvataggio in acque internazionali, oltre le 12 miglia di acque territoriali ma entro le altre 12 di zona contigua autodichiarata dai libici, può arrivare una motovedetta libica a sequestrare una nave delle Ong e portarla a Tripoli o a Zawia. L’obiettivo questo è.