Altri problemi
Chiara Ferragni, il brand dell’influencer in difficoltà: Coca Cola sospende lo spot dopo il caso Balocco
News - di Redazione
Il 2024 si apre per Chiara Ferragni come si era chiuso il 2023: all’insegna di polemiche e problemi. La più nota influencer italiana, colpita nel portafogli e nell’immagine del caso Balocco, deve fare i conti con nuovi guai.
Un nuovo sponsor dell’imprenditrice dopo Safilo, ha deciso di mollarla: secondo Repubblica si tratta della Coca Cola, la big corporation statunitense che aveva scritturato l’influencer per uno spot che sarebbe dovuto uscire a fine gennaio, poco prima dell’avvio di Sanremo previsto il 6 febbraio di cui Ferragni è stata una dei protagonisti lo scorso anno. La compagnia ha poi confermato in una nota la veridicità della notizia: “Abbiamo lavorato con Chiara in Italia nel 2023, anche per alcune riprese tenutesi lo scorso dicembre. Al momento non prevediamo di usare questi contenuti“.
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Non è chiaro se la scelta di Coca Cola e Safilo potrà essere seguita da altre aziende che hanno in essere contratti con la influencer: il rischio è infatti quello di un effetto boomerang come quello che ha visto protagonista Adidas, che ruppe i rapporti col rapper Kanye West e il suo marchio Yeezy a seguito delle polemiche sull’antisemitismo dell’artista, con ripercussioni pessime sul titolo in Borsa a New York.
Al momento tra le aziende che hanno legato il proprio nome a quello di Ferragni ci sono Monnalisa, per creare abbigliamento e tute per bambini, Pantene, l’azienda svizzzera di shampoo e prodotti per capelli di cui Ferragni è testimonial, ma anche la gioielleria con Morellato, la cartoleria con Pigna, le calzature con Mofra e Nanan, specializzata in prodotti per l’infanzia. A questi si aggiungono altri colossi come Oreal, Nestlè, Procter & Gamble, Calzedonia, Intimissimi e Tod’s, con Ferragni che addirittura fa parte del suo consiglio di amministrazione.
Non solo. Secondo quanto riferisce Repubblica, Ferragni avrebbe firmato un importante contratto con un marchio che fa parte di un colosso internazionale: presto la collaborazione potrebbe fare capolino in una delle sue stories su Instagram.
Il caso Balocco
La questione relativa a Balocco era nata lo scorso luglio, quando l’Antitrust aveva avviato una istruttoria per fare luce sulla questione riguardate il pandoro “griffato” Ferragni realizzato dall’azienda dolciaria. L’influencer è stata multata per un milione di euro, colpendo le due società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l. che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale di Ferragni, mentre la Balocco per 420mila euro.
Secondo l’authority Ferragni e Balocco “hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre un milione di euro”.
A contribuire alla pratica scorretta anche il prezzo del pandoro “griffato”, che nei negozi costava oltre 9 euro, anziché i circa euro 3,70 dei “normali” pandoro Balocco: un rincaro anomalo che avrebbe contribuito a indurre in errore i consumatori rafforzando la loro percezione di poter contribuire alla donazione acquistando il “Pandoro Pink Christmas“.
All’epoca dell’iniziativa l’influencer Chiara Ferragni presentò così l’accordo: “Questo Natale io e Balocco abbiamo pensato ad un progetto benefico a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Abbiamo creato un pandoro limited edition e sosteniamo insieme un progetto di ricerca per nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Sono davvero fiera di questa iniziativa e di rendere il nostro Natale un po’ più rosa e dolce con questo pandoro speciale”. Sulla vicenda sono state aperte inchieste da più Procure.
L’inchiesta sulle uova di Pasqua
Nel mirino è finita anche la collaborazione tra Ferragni e la Dolci Preziosi, brand del gruppo Ceralitalia per le uova di Pasqua “solidali” e griffate dalla influencer per due anni, nel 2021 e 2022.
Secondo la campagna pubblicitaria realizzata dall’azienda, e rilanciata dall’influencer cremonese, i proventi sarebbero stati devoluti all’associazione benefica “I bambini delle fate”, organizzazione non profit che sostiene i bambini affetti da autismo.
Come sostenuto da un articolo di Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano, a fronte del pagamento del lauto cachet alla Ferragni da un milione e 200mila euro, vi sarebbe stata una donazione di soli 36mila euro in favore dell’associazione da parte dell’azienda dolciaria pugliese. “Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto – ha spiegato al Fatto Franco Cannillo, proprietario di Cerealitalia -. A Ferragni abbiamo pagato un cachet di 500 mila euro nel 2021 e 700 mila euro nel 2022. Poi ha chiesto una cifra esorbitante e non abbiamo più chiuso il contratto”.
Come nel caso Balocco dunque le cifre effettivamente devolute sarebbero state tutte a cifra fissa, slegate dalla vendita delle singole uova come invece fatto intendere dalla stessa Ferragni sui suoi social.