L’indagine
Chiara Ferragni e il pandoro, verso l’ipotesi di truffa nell’inchiesta: Finanza nella sede Balocco
Cronaca - di Redazione
La notizia positiva è che l’indagine resta col fascicolo modello 45, senza indagati, ma per Chiara Ferragni il “caso Balocco” sembra diventare col passare dei giorni una grana sempre più grande. Dopo la prima informativa della Guardia di Finanza arrivata negli uffici giudiziari di Milano si prospetta infatti un cambio di ipotesi di reato nell’inchiesta, ancora da formulare: da frode in commercio a truffa.
Il caso Balocco
La questione relativa a Balocco era nata lo scorso luglio, quando l’Antitrust aveva avviato una istruttoria per fare luce sulla questione riguardate il pandoro “griffato” Ferragni realizzato dall’azienda dolciaria. L’influencer è stata multata per un milione di euro, colpendo le due società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l. che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale di Ferragni, mentre la Balocco per 420mila euro.
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Secondo l’authority Ferragni e Balocco “hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre un milione di euro”.
A contribuire alla pratica scorretta anche il prezzo del pandoro “griffato”, che nei negozi costava oltre 9 euro, anziché i circa euro 3,70 dei “normali” pandoro Balocco: un rincaro anomalo che avrebbe contribuito a indurre in errore i consumatori rafforzando la loro percezione di poter contribuire alla donazione acquistando il “Pandoro Pink Christmas”.
All’epoca dell’iniziativa l’influencer Chiara Ferragni presentò così l’accordo: “Questo Natale io e Balocco abbiamo pensato ad un progetto benefico a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Abbiamo creato un pandoro limited edition e sosteniamo insieme un progetto di ricerca per nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Sono davvero fiera di questa iniziativa e di rendere il nostro Natale un po’ più rosa e dolce con questo pandoro speciale”.
L’ipotesi di truffa
Gli inquirenti di Milano, dopo che gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano hanno depositato una prima annotazione, dovranno valutare in particolare alcune email, già acquisite dall’Autorità garante della concorrenza, che sono state scambiate per programmare la campagna di promozione del pandoro Balocco.
In queste mail i rappresentati della Ferragni suggerivano alla Balocco le modalità per realizzare la pubblicità del “pandoro solidale”, mentre dall’azienda si faceva notare i rischi di rendere “ingannevole” l’annuncio.
“Per noi è molto importante sottolineare il sostegno al progetto benefico senza menzionare le vendite (in quanto si tratta di una donazione che non è legata all’andamento del prodotto sul mercato)”, scriveva un manager Balocco il 18 novembre 2022 al team della Ferragni. Dall’altra parte però, come rivelato dal Corriere della Sera che ha pubblicato la mail scambiate tra i rappresentanti dell’imprenditrice digitale e l’azienda dolciaria, c’era forte insistenza: “Buongiorno. Ho rivisto il comunicato in qualche punto. Te lo rimando in allegato. […] “Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino”, scriveva un rappresentate dell’influencer.
La GdF nella sede Balocco
Come reso noto dall’Ansa, i finanziari Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf di Milano, su delega del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, stanno acquisendo documentazione nella sede della Balocco a Cuneo in merito alla vicenda del pandoro “Pink Christmas”.
Le fiamme gialle stanno inoltre notificando l’atto con cui si chiede l’elezione di domicilio e la nomina di un difensore in vista di una eventuale iscrizione nel registro degli indagati dei legali rappresentanti della società.