Questa foto del 1992 circola in rete evidentemente allo scopo di fare scandalo e imbarazzare l’attuale Presidente del Senato. La ho condivisa per il motivo opposto.
Può non piacere ma in questi trent’anni Ignazio La Russa si è saputo fare strada nel ginepraio della politica italiana affermandosi fino al punto di diventare la seconda carica dello Stato. È un merito non solo suo.
La integrazione storica dei post-fascisti nel sistema democratico è fatto che denota la superiorità della nostra Costituzione di matrice antifascista e premia la lungimiranza di grandi costituenti come Palmiro Togliatti che, fin dall’ inizio con l’amnistia, non vollero precludere la via della rappresentanza anche a chi in buona fede, e senza esiti criminosi, aveva sostenuto il regime di Mussolini.
Si può capire. Che un post fascista sia oggi pienamente legittimato a rappresentare una delle prime autorità della democrazia repubblicana può arrecare fastidio a chi si ritiene “erede legittimo dell’antifascismo”.
Ma quanto accade è solo il segno, che più eloquente non si può, della imbelle insipienza politica di chi non si è dimostrato finora capace, con i metodi della democrazia, di impedire tale esito…