Il governatore
Suicidio assistito, Luca Zaia sulla bocciatura della legge in Veneto: “Ipocrita, il fine vita esiste già”
Il voto era stato interpretato come una misurazione del consenso del governatore, che ce l'ha "con chi nega l'evidenza, con gli ipocriti che fingono di non vedere che il suicidio assistito c’è già ma respingono la necessità di adottare una legge per regolamentarlo"
News - di Redazione Web
Luca Zaia ce l’ha “con chi nega l’evidenza, con gli ipocriti che fingono di non vedere che il suicidio assistito c’è già ma respingono la necessità di adottare una legge per regolamentarlo” ha dichiarato il Presidente del Veneto a Il Corriere della Sera. Non passa la proposta di legge regionale “Liberi Subito” sul suicidio assistito in Veneto, la prima Regione a discutere una proposta che sarebbe potuta diventare la prima ad approvare una norma colmando un vuoto sopperito soltanto da una sentenza della Corte Costituzionale.
Dopo un Consiglio regionale durato più di sei ore la proposta è stata rinviata in commissione, equivale a una bocciatura. Servivano 26 voti favorevoli, per entrambi gli articoli ce n’erano 25. La proposta era stata sviluppata dall’associazione Luca Coscioni, era stata depositata dopo la raccolta di novemila firme, era stata discussa in commissione anche da organizzazioni contrarie come Family Day, Scienza & Vita, Movimento per la Vita.
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Il governatore del Veneto Zaia ha cambiato negli ultimi anni gradualmente la sua posizione, da quella più conservatrice e contraria della Lega e della destra verso un’opinione più progressista. Aveva parlato della legge come “di un fatto di civiltà”. Ha ribadito come non abbia dato indicazioni di voto. Il voto stesso era stato interpretato come una cartina al tornasole del suo consenso. Si è schierato per il rispetto della scelta individuale.
“Tutte le posizioni sono rispettabili e le rispetto fino in fondo – ha detto nell’intervista a Il Corriere – Trovo però ipocrita da parte di qualcuno far finta che non esista nemmeno la sentenza della Consulta che autorizza il fine vita”. In Veneto dal 2019 sono state presentate sette richieste, cinque rigettate e due accolte. Difficile in Regione si possa tornare a parlare di una proposta di legge sul fine vita.
“Qualcuno ha voluto far passare il messaggio, scorretto oltre che sbagliato, che la legge autorizzasse il fine vita. Ma non è così. Questa possibilità esiste già in forza di una sentenza della Corte costituzionale del 2019. Puntava a regolare modalità e tempi”. E quindi il governatore ha lanciato un appello ai contrari: “A chi lo ha fatto per la competenza direi di stimolare una legge nazionale. E a chi è contrario anche alla sentenza della Corte deve dire alla sua forza politica che lavori in Parlamento per una norma che vieti il fine vita”.
L’unica proposta al momento esistente sul fine vita è ferma al Senato. Soltanto una persona, a inizio dicembre del 2023, fino a oggi è riuscita a ottenere l’assistenza completa del servizio sanitario nazionale.