La rubrica
Bambini social, l’ostetrica Elena Sabella: “Ho visto madri partorire in diretta sui social”
Il momento del travaglio ripreso in diretta social: succede, ci racconta l'ostetrica Elena Sabella. Probabilmente il punto più estremo della "smania" dello sharenting. Quello di Sabella è l'ottavo contributo della rubrica dell'Unità che raccoglie osservazioni e pareri di esperti, artisti, professionisti: "Bambini social – Un giorno questo like sarà tuo"
News - di Antonio Lamorte
Non così spesso: ma succede. È successo, dice l’ostetrica Elena Sabella. La nascita di un essere umano in diretta social, probabilmente il punto più estremo della “smania” di voler condividere il proprio essere madre o padre, diventare genitore, di pubblicizzare un momento unico, che ti cambia la vita. Risparmiamo puntuali riferimenti e citazioni che rimanderebbero a 1984, al Truman Show, al Grande Fratello in salsa social e quotidiana. Certo che ci abbiamo pensato però.
Quello di Elena Sabella è l’ottavo intervento della rubrica “Bambini social – Un giorno questo like sarà tuo”, un dibattito sullo sharenting de L’Unità.it.
- Bambini social, l’antropologa Veronica Barassi: “Non si tratta solo di privacy, ma di diritti e libertà individuali”
- Bambini social, l’artista Nicola Verlato: “Il mondo non è un Grande Fratello, i genitori devono costruire un’oasi”
- Bambini social, l’illustratrice Sara Liguori: “Posto ma con juicio: mai il cul*tto scoperto, mai ecografie”
- Bambini social, la psicologa Simona Piemontese: “Lasciamo i figli liberi di costruire la loro identità virtuale”
Il momento della nascita di un figlio è sicuramente tra le cose più emozionanti della vita … E a volte, purtroppo, a causa della smania di telefoni e social, del dover sempre condividere tutto con tutti, si perde un po’ la magia del momento, di qualcosa che dovrebbe essere privato, personale, e invece come tutto il resto viene mostrato a tutti. Fortunatamente non è una cosa che accade spesso: la maggior parte delle volte anche le mamme e i papà che vediamo più legati al telefonino durante il travaglio o altri momenti, quando vedono nascere il proprio bambino, per un attimo sembrano dimenticarsi di tutto il resto.
Anche io appartengo a una generazione proiettata alla condivisione, soprattutto quando si tratta delle cose belle. E credo che non ci sia nulla di più bello della gioia di un figlio: della nascita, dei primi passi o della prima pappa. Ma allo stesso tempo credo che ci sia un limite, limite che molto spesso purtroppo viene superato. Diventa quasi un’ossessione quella di pubblicare ogni momento contenuti sul proprio bambino, rischiando anche di non viversi a pieno quell’emozione. Dimenticandoci inoltre che, anche dal punto di vista della sicurezza, non è sano pubblicare su tutte le piattaforme il viso dei bambini.
Tra i tanti episodi che potrei raccontare, sicuramente uno mi è rimasto più impresso. Assistevo una paziente, che di lì a poco avrebbe dato alla luce il suo bambino, e già durante il travaglio – momento in cui noi ostetriche costruiamo un rapporto di fiducia e di empatia con le pazienti, le quali sono proiettate al momento magico che stanno vivendo – mi capitò di avere una paziente la quale passò praticamente tutto il tempo del travaglio, quando il dolore lo permetteva, a fare riprese su Tik Tok, di sé stessa, della sala, anche di noi operatrici sanitarie (cosa tra l’altro illegale). Così, tra una videochiamata e una diretta sui social, arrivò il momento della nascita della sua bambina. Una femminuccia, se non sbaglio …
Fu tutto così assurdo, mi ricordo che la neomamma non guardò neanche la bambina che subito si mise a fare selfie e video. E poi, non contenta della prospettiva che veniva fuori con il selfie, raggiunse il massimo quando chiese a me, che avevo appena assistito alla nascita della bambina, ancora con i guanti sporchi e il camice, di fare delle foto “con effetto ritratto, dottorè”.
Gli altri interventi nel dibattito “Bambini social – Un giorno questo like sarà tuo” su L’Unità.it.