Bombe contro i Baluci

Guerra Pakistan Iran, cosa sta succedendo e quali sono i rischi

Teheran è impegnata in uno scontro indiretto con Israele e Stati Uniti, in risposta alla guerra di Gaza, e tesse le ragnatela di contatti e azioni concertate con gruppi regionali alleati. Al contempo, deve fare i conti con attacchi interni

Esteri - di Umberto De Giovannangeli - 19 Gennaio 2024

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Guerra Pakistan Iran, cosa sta succedendo e quali sono i rischi

Il Pakistan bombarda i ribelli baluci in Iran: 9 morti, tra i quali 4 bambini

Due giorni dopo l’attacco iraniano sul suo territorio, il Pakistan ha effettuato nella notte “attacchi contro i covi dei terroristi” in Iran, che hanno provocato nove morti, tra i quali 4 bambini e 3 donne, secondo i media statali iraniani.

“Questa mattina, il Pakistan ha effettuato una serie di attacchi di precisione, altamente coordinati e mirati contro i covi dei terroristi nella provincia del Sistan-Baluchistan”, nel sud-est dell’Iran, ha annunciato in una nota il ministero degli Esteri pakistano. “Un certo numero di terroristi è stato ucciso”, ha aggiunto.

L’agenzia ufficiale iraniana Irna ha riferito che “diverse esplosioni sono state udite in diverse zone intorno alla città di Saravan”, citando un funzionario del Sistan-Baluchistan, dove l’esercito sta affrontando da decenni un’insurrezione a bassa intensità.

Nel 2023 il Fronte di Liberazione del Baluchistan ha rivendicato quasi 260 attacchi costati la vita a 240 militari. Numeri che ne sottolineano la pericolosità. La fazione ricorre a tattiche mordi-e-fuggi e ad attentatori suicidi, uomini e donne votati al martirio. Alcune delle loro imboscate hanno coinvolto tecnici cinesi impegnati in programmi economici in Pakistan, presenza osteggiata dai ribelli perché toglierebbe risorse.

L’Iran convoca l’incaricato d’affari del Pakistan

Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran Nasser Kanani ha condannato l’attacco del Pakistan contro la provincia iraniana sud orientale del Sistan-Baluchestan, dove sono morte almeno 9 persone. “Abbiamo ufficialmente inviato ad Islamabad la nostra protesta come anche la richiesta di una spiegazione, dopo avere convocato presso il ministero degli Esteri l’incaricato d’affari del Pakistan a Teheran”, ha aggiunto, citato da Mehr.

Teheran è impegnata in uno scontro indiretto con Israele e Stati Uniti, in risposta alla guerra di Gaza, e tesse le ragnatela di contatti e azioni concertate con gruppi regionali alleati. Deve al contempo fare i conti con attacchi interni, come l’attentato del 4 gennaio compiuto nei pressi del mausoleo del generale Qassem Soleimani situato nella città iraniana di Kerman, rivendicato da un ramo dello Stato Islamico, in cui sono state uccise circa cento persone.

Proteste in Pakistan contro attacchi Teheran

Proteste si stanno tenendo a Islamabad, capitale del Pakistan, contro gli attacchi lanciati dall’Iran nella tarda serata di martedì. I manifestanti scandivano slogan tra cui “un amico dell’Iran è un traditore”, mentre uno dei leader della manifestazione ha affermato che il governo iraniano ha “attaccato il nostro Paese, attaccato la nostra sovranità”.

“Due dei nostri bambini innocenti sono stati martirizzati e anche una donna, ecco perché stiamo protestando per condannare questo atto dell’Iran”, hanno aggiunto gli uomini in corteo, come riporta la Bbc.

Il premier del Pakistan rientra a Islamabad da Davos

Il primo ministro ad interim del Pakistan, Anwar-ul-Haq Kakar, lascerà in anticipo il World Economic Forum di Davos dopo l’annuncio degli attacchi in Iran da parte di Islamabad: lo ha reso noto il governo. «Ha deciso di abbreviare la sua visita visti gli sviluppi in corso», ha detto in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Mumtaz Zahra Baloch.

Houthi: continueremo a colpire le navi nel Mar Rosso

Il movimento ribelle Houthi dello Yemen ha ribadito ieri che continuerà a lanciare attacchi contro le navi militari e commerciali statunitensi nel Mar Rosso, nonostante gli Stati Uniti lo abbiano designato come organizzazione terroristica globale.

«La marina yemenita continuerà a vietare alle navi israeliane, così come ad altre navi associate a Israele, di entrare nel Mar Rosso e nel Mar Arabico. Per quanto riguarda le navi statunitensi, militari o commerciali, così come altre navi che operano nell’interesse dello Stati Uniti, anche loro saranno presi di mira dalle nostre forze», ha detto un alto funzionario dell’ufficio politico del movimento, Hezam al-Asad, parlando con la Ria Novosti.

Yemen: Usa, colpiti 14 missili Houthi pronti per essere lanciati

Il Comando centrale (Centcom) degli Stati Uniti afferma che l’ultimo raid delle forze americane sullo Yemen ha colpito “14 missili Houthi che erano stati caricati per essere lanciati dalle aree controllate dai ribelli” sostenuti dall’Iran.

“Questi missili sulle rampe di lancio rappresentavano una minaccia imminente per le navi mercantili e quelle della Marina statunitense nella regione e avrebbero potuto essere lanciati in qualsiasi momento, spingendo le forze americane a esercitare il loro diritto e obbligo intrinseco di difendersi”, spiega il comando combattente unificato del Dipartimento della Difesa statunitense.

“Questi attacchi, insieme ad altre azioni che abbiamo intrapreso, degraderanno le capacità degli Houthi di continuare le loro sconsiderate aggressioni attacchi contro le navi commerciali e internazionali nel Mar Rosso, nello stretto di Bab el-Mandeb e nel Golfo di Aden”, assicura il Centcom.

Media, intensi raid di Israele nel sud del Libano

Media libanesi riferiscono di intensi attacchi di artiglieria e aerei israeliani nel sud del Libano, in particolare nelle località frontaliere a ridosso della linea di demarcazione tra i due Paesi. I media precisano che a essere colpite sono le località di Aytarun, Kfar Kila, Khiam, Adaisse, Mays al Jabal, Blida, Tayybe e le Fattorie di Shebaa.

Netanyahu respinge idea Usa su accordo con Riad

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe respinto una proposta del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, per la normalizzazione con l’Arabia Saudita in cambio di un “percorso” per la nascita di uno Stato palestinese.

Lo ha riferito, ripresa dai media israeliani, Nbc News secondo cui Netanyahu si è detto “impreparato” ad un accordo del genere sullo Stato palestinese. Blinken ha obiettato che l’indisponibilità della leadership di Israele su questo dossier – come ha confermato una fonte Usa a Times of Israel – porterà la storia a ripetersi. Secondo Nbc Netanyahu ha però accettato di contenere gli attacchi in Libano.

Gaza, voto Europarlamento,” una pagina nera”

Un “pessimo voto” del Parlamento Europeo “condanna la popolazione civile palestinese a subire morti distruzioni e bombardamenti, fino a quando Hamas non si auto smantellerà e non rilascerà tutti gli ostaggi. Una posizione voluta dal Ppe, dalle destre e sostenuta purtroppo anche da molti progressisti. Un voto che condanna Gaza al disastro umanitario permanente, alla violenza indiscriminata. Una pagina nera dell’Europa”. Così l’eurodeputato del PD (gruppo S&D) Massimiliano Smeriglio. “Il mio voto contrario, insieme a quello di tanti altri, non è bastato per impedire questa vergogna”, conclude l’europarlamentare.

Unicef: “La situazione a Gaza è passata dalla catastrofe a quasi il collasso”

L’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia: “Delle quasi 25.000 persone che sarebbero state uccise nella Striscia di Gaza dall’escalation delle ostilità, fino al 70% sarebbero donne e bambini. Oltre 1,9 milioni di persone, ovvero quasi l’85% della popolazione di Gaza, sono ora sfollate, tra cui molti che sono stati sfollati più volte. A metà dicembre, erano stati registrati 71.000 casi di diarrea tra i bambini sotto i cinque anni, con un aumento di oltre il 4.000 per cento dall’inizio della guerra. Tra le 250.000 e le 300.000 persone che vivono nel nord di Gaza non hanno accesso all’acqua potabile e a malapena al cibo”.

19 Gennaio 2024

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