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Bologna Città 30, sui limiti di velocità è guerra tra Comune e Salvini: il Mit annuncia una direttiva

Bologna Città 30, sui limiti di velocità è guerra tra Comune e Salvini: il Mit annuncia una direttiva

Tra Comune di Bologna e Ministero dei Trasporti lo scontro somiglia ormai ad una vera e propria guerra.  Al centro della battaglia tra i due Matteo, il sindaco Lepore e il ministro e vicepremier Salvini, il progetto di “Città 30” che da martedì 16 gennaio è entrato in vigore nel capoluogo dell’Emilia Romagna, col limite introdotto nella maggior parte delle strade cittadine.

La direttiva del Mit per bloccare la Città 30 a Bologna

Il Mit, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha infatti annunciato oggi che sta lavorando a una direttivaper chiarire e semplificare il tema dei limiti di velocità, con particolare riferimento ai centri urbani e come stabilito dall’articolo 142 comma 2 del codice della strada“. “L’obiettivo del Ministero – spiega una nota – è trovare un ragionevole equilibrio tra l’esigenza di garantire la sicurezza (che resta una priorità) ed evitare forzature che rischiano di generare l’effetto contrario“.

In questo senso, il Mit ha già portato in Conferenza Unificata anche una proposta per limitare l’utilizzo degli autovelox nei centri urbani e per controllare limiti sotto i 50 all’ora (come nel caso del comune di Bologna). L’obiettivo è far utilizzare i rilevatori di velocità e introdurre le Zone 30 in zone sensibili e a rischio incidenti, anziché in modo generalizzato e quindi meno efficace se non addirittura vessatorio nei confronti degli utenti della strada”.

La battaglia Salvini-Bologna

Critiche al progetto erano già arrivate da Salvini e dal suo ministero nella giornata di venerdì, con una nota del Mit in cui si definiva il limite a 30 km/h “non ragionevole” perché “i problemi per i cittadini (in particolare per i lavoratori) rischiano di essere superiori ai benefici per la sicurezza stradale”, convocando poi il sindaco Lepore a Roma per discuterne.

Immediata la riposta dal Comune, con l’assessore alla Mobilità Valentia Orioli che aveva invitato il ministro ad “approfondire meglio il tema” perché è il Piano per la sicurezza stradale del suo stesso ministero a indicare il limite dei 30 chilometri orari come “misura chiave per ridurre gli incidenti sulle strade urbane”.

Le armi a disposizione del Comune

In ogni caso la battaglia del ministero di Salvini contro il progetto “Città 30” appare al momento con armi spuntate. Come segnala l’edizione bolognese di Repubblica, la nota del Mit fa riferimento in particolare agli autovelox da limitare in aree urbane.

Non è questo il caso del progetto del Comune, che non ha installato alcun autovelox ma dato disposizione per l’introduzione di posizioni temporanee con pattuglie di vigili urbani munite di telelaser mobili.