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Elezioni, Salvini perde la Sardegna e tenta di strappare la Basilicata a FI: scontro interno su Vannacci in Europa

Elezioni, Salvini perde la Sardegna e tenta di strappare la Basilicata a FI: scontro interno su Vannacci in Europa

Se Atene piange, Sparta certo non ride. Con le opposizioni divise su tutto o quasi, dalla battaglia “a sinistra” tra Pd e Movimento 5 Stelle e le zuffe centriste tra “partitini” a rischio 4 per cento alle Europee, dall’altra parte la maggioranza non attraversa certo un momento migliore.

La soluzione del caso Sardegna, con la Lega costretta a fare un passo indietro nella battaglia interna alla maggioranza sulla candidatura del presidente uscente Christian Solinas, che ha lasciato spazio al sindaco di Cagliari Paolo Truzzu in quota Fratelli d’Italia, porta con sé scorie radioattive.

La Lega vuole sfilare la Basilicata a FI

Chi rischia di più paradossalmente è il terzo incomodo, Forza Italia. Il partito del vicepremier Antonio Tajani è finito infatti nel mirino del Carroccio: Salvini e soci puntano con forza, dopo la rinuncia alla Sardegna, ad una candidatura  di un proprio uomo in Basilicata.

In terra lucana a rimetterci sarebbero proprio gli azzurri, che esprimono il governatore uscente Vito Bardi. Tajani per il momento lo blinda: “Escludo un suo passo indietro. Noi non abbiamo fatto alcuna polemica sulla Sardegna e non lo faremo su nessun’altra regione”, dice il vicepremier, ma è un discorso che non fa i conti con i desiderata del Carroccio.

Chiare in tal caso le parole del vicesegretario della Lega Andrea Crippa, fedelissimo di Salvini. “La Basilicata? Capisco e comprendo la posizione di FdI quando sostiene che in Sicilia il candidato presidente anziché di FdI è stato di Forza Italia. La Lega  in Sardegna ha fatto uno sforzo perché il centrodestra andasse unito ed è uno sforzo per noi importante, perché continuiamo a credere che la squadra di Solinas abbia governato bene. Ora un altro partito dovrebbe fare lo stesso sforzo: se vale la regola che contano le percentuali dei partiti in questo momento la Lega è chiaramente in credito”, le sue parole che sanno di avvertimento ai forzisti.

Il caso Vannacci scuote il Carroccio

Ma in casa Lega tira una brutta aria sull’altra partita chiave, quella delle Europee. Il jolly che Matteo Salvini vuole giocarsi per strappare qualche voto ad una Meloni che vola nei sondaggi, e che ancora non ha deciso se candidarsi da capolista, è il generale Roberto Vannacci.

Ma la sua possibile candidatura scuote il partito ed in particolare la sua vecchia anima “bossista”. Toni Da Re, anche lui eurodeputato veneto uscente e molto vicino alla corrente nordista di Umberto Bossi, lo dice senza mezzi termini: “Vannacci non può fare il capolista, se Salvini non corre l’unico capolista è Giancarlo Giorgetti che è in grado di intercettare quell’elettorato fatto da persone moderate che hanno votato Lega e non voteranno Vannacci. Se c’è il generale non ci sono io”.