Sfida in Aula
Giorgia Meloni, duello alla Camera nel question time con Conte e Schlein: scontro su Patto di stabilità e sanità
Politica - di Redazione
La sanità, il Patto di stabilità, il supporto agli anziani e il Reddito di cittadinanza cancellato, la questione palestinese fino allo scontro con Stellantis e Repubblica. È una Giorgia Meloni sempre all’attacco, come se fosse ancora la rappresentante dell’unica forza di opposizione al governo Draghi, quella che interviene nel pomeriggio al question time della Camera.
La guerra a Gaza
Il primo tema è proprio il conflitto tra Israele e Hamas e l’impegno italiano in direzione della pace, posto da Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi-Sinistra che ha portato in Aula le parole del premier israeliano Netanyahu, ovvero il suo no alla soluzione dei “due popoli, due Stati”.
- La destra svende l’Italia, così tutela i possidenti e la ricchezza parassitaria
- Autonomia differenziata, così la Lega spacca l’Italia: al via la secessione
- Pensioni, anche il governo Meloni ha i suoi “esodati”: fuori dal lavoro e con assegni più “leggeri”
- Ocse, le bacchettate all’Italia: “Spostare tasse da lavoro a patrimonio, assegno di inclusione da allargare”
“L’Italia è da sempre per uno stato Palestinese, per questo non condivido la posizione espressa dal primo ministro israeliano sulla materia. La precondizione per qualsiasi ipotesi di trattativa è il riconoscimento da parte degli interlocutori di Israele del diritto a esistere dello stato ebraico”, ha spiegato Meloni.
Poi ha rivendicato il lavoro del governo italiano. “Siamo stati i primi ad inviare aiuti a Gaza. – ha aggiunto – Approfitto per annunciarvi che stiamo lavorando per portare minori palestinesi in Italia per essere curati nei nostri ospedali”.
Le polemiche con Stellantis
Si prosegue con la polemica contro Stellantis, il gruppo automobilistico italo-francese di cui fa parte Fca, la ex Fiat. La premier torna sul caso innescato dalle sue dichiarazioni in tv, nell’intervista a Nicola Porro su Rete4, parlando di una nascita del gruppo dell’automotive che in realtà “è stata una acquisizione di fatto da parte della francese Psa”.
“Se si vuole vendere auto sul mercato internazionale pubblicizzandola come gioiello italiano allora quell’auto deve essere prodotta in Italia questa la questione che dobbiamo porre”, spiega la presidente del Consiglio rispondendo a Matteo Richetti di Azione, e poi rilancia le promesse del ministro Urso, ovvero tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno, senza ovviamente fare minima menzioni su un progetto di questa portata.
L’attacco al Reddito di cittadinanza e le privatizzazioni
L’assist per attaccare il Reddito di cittadinanza arriva invece dalla domanda della sua stessa maggioranza, ovvero dall’interrogazione di Maurizio Lupi di Noi Moderati. “”Sono molto fiera del lavoro che abbiamo fatto, perché se non sei disponibile a lavorare non puoi pretendere di essere mantenuto con i soldi di chi lavora ogni giorno”, le parole della premier.
Meloni rivendica anche l’operato dell’esecutivo con l’introduzione del nuovo Assegno di inclusione: “Il governo ha deciso di superare una misura sbagliata e ha introdotto due misure sostitutive per i percettori, una destinata a chi era in condizione di lavorare e un’altra a chi non era in condizione di farlo. Perché abbiamo sempre considerato un errore mettere sullo stesso piano queste due realtà”.
La leader di FdI è tornata poi sul piano di privatizzazioni previsto dalla Nafed, da 20 miliardi di euro in tre anni, sottolineando che non si tratta “di dismettere o di svendere, come ho detto l’impostazione di questo governo è lontana anni luce da quanto visto purtroppo accadere in passato quando le privatizzazioni” sono state “regalati miliardari a qualche ben inserito e fortunato imprenditore, quello non aveva niente a che fare con il libero mercato ma piuttosto» a quanto accaduto “con gli oligarchi russi quando si è dissolta l’Unione sovietica”.
Il Patto di stabilità e il botta e risposta con Conte
Clima che si accende quando arriva l’interrogazione del Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte che definisce la premier “un re Mida al contrario, lui trasformava in oro tutto ciò che toccava, lei tutto cio che tocca lo distrugge, faccia anche meno”.
In precedenza Meloni aveva scaricato sull’ex premier l’intesa trovata in Europa sul Patto di stabilità. “Quelle approvate sono le regole che avremo scritto? No. È l’intesa migliore possibile alle condizioni date, sì – aveva detto la premier –. Quando ti presenti al tavolo delle trattative con un deficit al 5,3% causato soprattutto dalla ristrutturazione gratuita delle seconde e terze case e chiedi maggiore flessibilità è possibile che qualcuno ti guardi con diffidenza. E se noi, nonostante l’eredita pessima abbiamo portato a casa un buon compromesso è perché in un anno abbiamo mostrato che la stagione dei soldi gettati al vento per pagare le campagne elettorali è finita”.
Lo scontro con Schlein sulla sanità
Alla Camera si ripete poi l’atteso scontro con Elly Schlein, in attesa del confronto tv e anche di un possibile “duello” alle Europee da candidate. La segretaria Pd pone il tema della sanità pubblica in crisi: “Mancano 30mila medici e 70mila infermieri, nei pronto soccorso la situazione è insostenibile, i medici che non fuggono dall’Italia sono già fuggiti. L’unico modo per intervenire è sbloccare il tetto alla situazione, una norma obsoleta datata dal 2004. E non mi risponda che potevamo farlo noi”.
Anche in questo caso per Meloni la colpa è sempre dei predecessori: “La norma del tetto di spesa è del 2009. Non vi dirò perché non l’avete fatto voi, considero una esplicita attestazione di stima il fatto che chiediate a noi di risolvere quello che non avete risolto voi in 10 anni”. Quindi la premier parla di “assicurare il diritto alla salute dei cittadini” come una “priorità assoluta” del suo governo. “Il fondo sanitario è ai massimi storici, Covid compreso. Ci stiamo occupando e ci occuperemo della sanità, compreso il superamento del tetto di spesa”, rivendica la premier.
Ma Schlein in replica si dice non convinta: “Lei va al governo per risolvere i problemi o per continuare a scaricarli sugli altri? Io ero stata più delicata: sa chi era al governo nel 2009? Lei, quindi il problema l’ha creato lei, state distruggendo il diritto alla salute”.