La decisione
Patto Italia-Albania sui migranti, via libera dalla Consulta di Tirana: l’accordo tra Meloni e Rama non viola la Costituzione
Politica - di Redazione
Via libera dai giudici albanesi al Patto sui migranti firmato lo scorso novembre dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama. Secondo quanto riportano i media albanesi, tra cui Gazeta Shqiptare, la Corte Costituzionale di Tirana ha votato a favore dell’accordo che prevede la realizzazione dei centri di accoglienza dei migranti sul suolo albanese.
La Corte – spiega il giornale di Tirana – considera l’accordo “conforme” alla Costituzione e boccia la richiesta di 30 deputati dell’opposizione che ne chiedevano l’annullamento. Secondo quanto filtra cinque giudici su 9 della Consulta albanese hanno dato l’ok all’intesa, dunque il via libera è arrivato con una maggioranza minima.
Il Patto celebrato a Roma da Rama e Meloni era finito in “stand by” a causa del ricorso presentato dai deputati di opposizione di Tirana, con i giudici albanesi che lo scorso 13 dicembre avevano ammesso il loro ricorso. Due i punti da chiarire, in particolare: il presunto mancato rispetto della procedura di negoziazione e firma e la possibile violazione dei diritti umani.
Nelle motivazioni, i giudici costituzionali hanno stabilito che “il Protocollo non modifica i confini territoriali né l’integrità territoriale della Repubblica d’Albania, quindi non costituisce un accordo che abbia a che fare con il territorio sotto l’aspetto fisico“.
Dopo questo pronunciamento e un veloce passaggio parlamentare l’accordo potrà entrare in vigore.
Cosa prevede il Patto Italia-Albania
Il Patto siglato a novembre tra i governi di Italia e Albania prevede la realizzazione di due centri per l’identificazione e l’accoglienza dei migranti gestiti dalle autorità italiane sul suolo albanese, uno nei pressi del porto di Shëngjin, nel nord del Paese, e l’altro nell’entroterra, a Gjadër.
Al loro interno potranno essere ospitati fino a 3mila migranti: lì dovranno attendere le decisioni sulla possibilità o meno di mettere piede sul territorio italiano o, in caso contrario, venire rimpatriati a spese di Roma. Le procedure di frontiera seguiranno un iter accelerato: entro 30 giorni il migrante sarà rimpatriato o portato in Italia. Nei centri dovrebbero essere mandati i naufraghi salvati in acque internazionali dalle navi delle autorità italiane
Un protocollo dalla validità di cinque anni prorogabili automaticamente di altri cinque in assenza di rilievi da parte italiana o albanese: tutte le spese saranno a carico del nostro Paese, Tirana offrirà il supporto solo per il controllo e la sorveglianza esterna delle strutture.
L’accordo siglato tra i due governi, pubblicato integralmente sul sito del primo ministro di Tirana Edi Rama, prevede che entro 90 giorni dall’entrata in vigore dell’intesa Roma accredita a Tirana “16,5 milioni di euro” “per il primo anno di attuazione del protocollo“.