Dovevano cancellare la legge Fornero, oggi ripiegano sulla cancellazione dei fondi italiani all’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. È l’ultima battaglia della Lega, in testa il senatore Claudio Borghi, già noto per le sue battaglie contro Mes, vaccini e Green pass.
L’obiettivo del Carroccio è quello di bloccare il finanziamento italiano all’Oms, circa 100 milioni di euro all’anno, soldi da destinare alla sanità nostrana “per assumere più medici e sostenere l’apertura di ospedali”. Una scelta che non ha senso, non solo politico ma economico: quei 100 milioni sarebbero una goccia nel mare di denaro che compone il fondo sanitario nazionale, che ha raggiunto i 134 miliardi di euro.
Per non parlare poi delle conseguenze politiche e di immagine per Roma: dell’Oms fanno parte 193 Paesi membri, compresa anche la Corea del Nord. Lo stop al finanziamento comporterebbe un isolamento anacronistico e dannoso.
La Lega contro i fondi all’Oms
Ma Salvini e soci sul punto tengono duro. “Garantire l’efficienza del nostro Sistema Sanitario è una priorità del governo, come dimostra lo stanziamento record per la Salute nell’ultima legge di Bilancio. Tuttavia si può fare ancora meglio usando risorse che – ad oggi – non vengono gestite appropriatamente, come ad esempio i circa 100 milioni che, tra contributi regionali, nazionali ed europei ogni anno l’Italia versa all’Oms”, si legge sui social del partito, dove si lancia la proposta.
Anche perché per la Lega l’Oms “non ha certamente aiutato il nostro Paese negli ultimi anni” e, anzi, “chiede più denaro e potere sulla salute degli italiani”. L’ostilità del partito del vicepremier Salvini nei confronti dell’Oms non è nuova: in particolare proprio Borghi ha più volte criticato l’Oms per la gestione della pandemia, a suo avviso inefficace e critica sul fronte dei vaccini.
Le critiche dai medici
L’iniziativa leghista ha ottenuto un coro di critiche dal mondo sanitario. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, sottolinea all’AdnKronos come l’Oms “ha un ruolo determinante a livello internazionale in termini di coordinamento delle attività e di pianificazione delle priorità, rivolto soprattutto ai Paesi in via di sviluppo”. “Il ruolo dell’Oms evidenzia la possibilità di una coerenza” nelle attività sanitarie globali, “di un aiuto” ai Paesi che più ne hanno bisogno e “di una condivisione” del bene salute, osserva l’esperto. “Poi – precisa il virologo – è giusto segnalare presunte inefficienze in termini oggettivi, se è il caso protestare e chiedere eventuali modifiche“. Salvaguardando però il “ruolo chiave” dell’agenzia che fra l’altro, puntualizza Pregliasco, “ha una funzione di orientamento: non ci obbliga a fare delle cose, ma le suggerisce in un contesto di assemblea condivisa fra le diverse nazioni“.
Più duro il commento di Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). All’agenzia stampa il professore ricorda come la salute “è globale, quindi è un errore pensare di poter tagliare i fondi italiani all’Oms. Non c’è una sanità italiana da tutelare rispetto ad altri perché la nostra ‘salute’ è quella degli altri. Far sì che ci sia una buona sanità a livello globale vuole dire evitare anche l’arrivo di una pandemia. E poi c’è il discorso sulla migrazione dei popoli che si muovono anche per avere risposte ai bisogni di salute, se invece li aiutiamo da questo punto di vista nel proprio paese eviteremo parte delle migrazioni”.