Il dramma di Gaza

A Gaza la mattanza di bambini: 10mila morti, 20mila orfani

Save the Children: “Ogni giorno nella Striscia 10 piccoli subiscono un’amputazione”. Hamas vaglia la bozza di accordo: tregua di 6 settimane, e tre detenuti palestinesi liberi per ogni ostaggio israeliano

Esteri - di Umberto De Giovannangeli - 1 Febbraio 2024

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A Gaza la mattanza di bambini: 10mila morti, 20mila orfani

Diciannove mila bimbi rimasti orfani. Diecimila uccisi. Dieci al giorno

L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia afferma che la sua più grande preoccupazione su Gaza riguarda circa 19.000 bambini rimasti orfani o soli senza alcun adulto che si prenda cura di loro. Lo scrive la Bbc che ha intervistato Jonathan Crick, capo delle comunicazioni di Unicef Palestina.

«Molti di questi bambini sono stati ritrovati sotto le macerie o hanno perso i genitori nel bombardamento della loro casa», afferma Crick da Rafah. Altri sono stati trovati ai checkpoint israeliani, negli ospedali e per le strade. «I più piccoli molto spesso non riescono a dire il loro nome e anche i più grandi sono solitamente sotto shock».

Save the Children, ‘10 bambini al giorno amputati a Gaza’

Più di 10 bambini al giorno, in media, hanno perso una o entrambe le gambe a Gaza dall’inizio del conflitto tre mesi fa. A denunciarlo è Save the Children, riportando in una nota che dal 7 ottobre, secondo l’Unicef, a più di 1.000 bambini sono state amputate una o entrambe le gambe.

Molte di queste operazioni – ricorda l’Ong – sono state effettuate senza anestesia, a causa della paralisi del sistema sanitario nella Striscia provocata dal conflitto e della grave carenza di medici e infermieri e di forniture mediche come anestetici e antibiotici, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Oms: «La popolazione muore di fame a Gaza. È spinta sull’orlo del baratro»

La popolazione di Gaza «sta morendo di fame». Lo ha denunciato il direttore del programma per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità, Michael Ryan, dopo che i principali Paesi donatori hanno annunciato la sospensione dei loro aiuti all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). «Questa è una popolazione che sta morendo di fame. Questa è una popolazione che è spinta sull’orlo del baratro», ha detto Ryan durante una conferenza stampa a Ginevra.

Governo Gaza: bilancio morti quasi a 27mila

Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che 26.900 persone sono state uccise, soprattutto donne, bambini e adolescenti, nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra. Secondo Hamas, i feriti dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre, sono stati 65.949.

Guterres ha incontrato Paesi donatori Unrwa: “Ripensateci”

Guterres ha incontrato gli ambasciatori rappresentanti di 35 Paesi, compreso quello dell’Unione europea, per informarli delle misure che l’organizzazione sta adottando e ascoltare le loro preoccupazioni, ha definito le accuse israeliane «orribili» e ha sollecitato una rapida indagine.

Riyad Mansour, l’ambasciatore palestinese al Palazzo di Vetro, ha aggiunto dopo l’incontro che il segretario generale ha fatto appello ai numerosi Paesi che hanno sospeso i finanziamenti «a riconsiderare» la scelta e ha esortato altri Paesi «compresi quelli della regione, a farsi avanti»; ha anche elogiato la Norvegia, la Spagna e gli altri Paesi che hanno detto che non sospenderanno i finanziamenti.

Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha sottolineato, parlando ai giornalisti, che «nessun’altra organizzazione oltre all’Unrwa ha le infrastrutture per fare quello che fa» a Gaza e in Medio Oriente e «non è fattibile in alcun modo o forma» sostituire rapidamente l’agenzia delle Nazioni Unite. Dujarric ha anche detto ai giornalisti che ogni anno l’Unrwa fornisce un elenco dei suoi 13mila dipendenti a Gaza a Israele e all’Autorità Palestinese: «Per quanto mi è stato detto dall’Unrwa, nessuno aveva sollevato preoccupazioni quando l’elenco era stato condiviso».

Agenzie Onu: «Stop a fondi per Unrwa catastrofico per Gaza»

I responsabili dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), dell’Unicef, dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), del Programma alimentare mondiale e di altre agenzie e partner delle Nazioni Unite hanno chiesto in una nota congiunta ai Paesi donatori di “riconsiderare” lo stop ai finanziamenti all’Unrwa, dopo le accuse secondo cui alcuni dipendenti dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sarebbero stati coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Le accuse, si legge nella nota, sono “orribili”, “tuttavia, non dobbiamo impedire a un’intera organizzazione di adempiere al suo mandato di servire le persone in condizioni di disperato bisogno”. “Le decisioni di vari Stati membri di sospendere i fondi all’Unrwa avranno conseguenze catastrofiche per la popolazione di Gaza”, affermano le agenzie, “nessun’altra entità ha la capacità di fornire la portata e l’ampiezza dell’assistenza di cui 2,2 milioni di persone a Gaza hanno urgentemente bisogno”.

Bozza di accordo, scarcerati 3 prigionieri palestinesi per ogni ostaggio rilasciato

La liberazione di tutti i civili tenuti da Hamas a Gaza durante un primo cessate il fuoco di sei settimane. La scarcerazione di tre detenuti palestinesi – e non di 100-250 come riportato da diversi media nei giorni scorsi – per ogni ostaggio israeliano che sarà rilasciato.

Infine, un riposizionamento temporaneo delle truppe israeliane lontano dalle aree più popolate di Gaza e un significativo aumento del flusso di aiuti umanitari nell’enclave. Sono i punti fondamentali della bozza di accordo proposta dai Paesi mediatori ovvero Stati Uniti, Egitto e Qatar, accettati in linea di principio da Israele e che Hamas sta ancora valutando, secondo funzionari a conoscenza dei negoziati.

Nel documento di due o tre pagine si parla quindi di pause successive alla prima tregua di sei settimane, durante le quali verrebbero rilasciati i militari israeliani e i corpi degli ostaggi morti in prigionia, nella speranza dei negoziatori che ulteriori proroghe possano portare a una cessazione permanente dei combattimenti che vanno avanti ormai da quattro mesi.

La cornice dell’intesa, che l’Egitto ha trasmesso ai leader di Hamas che si ritiene si trovino ancora nella Striscia, è stata finalizzata domenica a Parigi alla presenza del capo del Mossad, David Barnea, di quello dello Shin Bet, Ronen Bar, del direttore della Cia, William Burns, del capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel e del primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani.

1 Febbraio 2024

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