Le parole di 'Bibi'

Israele-Hamas, Netanyahu conferma la trattativa: “Stiamo lavorando per riportare a casa gli ostaggi”

Le dichiarazioni del premier israeliano che però non ha rinunciato alla linea dura: "Faremo il possibile ma non ad ogni costo: l'Idf non si ritirerà dalla Striscia, Gaza non dovrà mai più rappresentare un pericolo. Non rilasceremo centinaia di terroristi e Hamas sarà eliminato"

Esteri - di Redazione Web - 1 Febbraio 2024

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Netanyahu e gli ostaggi

Il primo Ministro d’Israele, Benjamin Netanuyahu ha confermato che è in corso una trattativa che da una parte disponga il cessate il fuoco e dall’altra consenta la liberazione degli ostaggi. La duplice pressione su ‘Bibi‘, da una parte l’opinione pubblica israeliana e dall’altra quella della comunità internazionale, è stata più forte delle minacce dei ministri ‘falchi’ di estrema destra che sono al governo con lui. Nei giorni scorsi, Ben Gvir, aveva minacciato che un accordo avrebbe fatto cadere l’esecutivo.

Israele-Hamas: le parole di Netanyahu

Stiamo lavorando per ottenere un altro scenario e liberare i nostri prigionieri – ha dichiarato Netanyahuma sottolineo: non a ogni costo. Abbiamo delle linee rosse, tra cui: non porremo fine alla guerra, non ritireremo l’IDF dalla Striscia, non rilasceremo migliaia di terroristi. Continueremo a combattere per l’eliminazione di Hamas e garantire che Gaza non rappresenti mai più una minaccia. Stiamo lavorando su tutti e tre insieme e non rinunceremo a nessuno di loro“.

Israele-Hamas: cosa prevede la proposta per una tregua

Intanto, continua il lavoro senza sosta della diplomazia. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, è atteso oggi al Cairo per colloqui su una proposta di tregua a Gaza. Gli sforzi di mediazione guidati dal Qatar e dall’Egitto hanno portato a una bozza di accordo a Parigi, la scorsa settimana, in negoziati in cui ha partecipato anche il capo della Cia, William Burns. La proposta è un piano in tre fasi che inizierebbe con una sospensione iniziale dei combattimenti di sei settimane e con maggiori consegne di aiuti a Gaza. Una fonte di Hamas ha riferito che il piano in tre fasi inizierà con uno stop iniziale di sei settimane ai combattimenti che vedrebbe più consegne di aiuti nella Striscia di Gaza.

Israele-Hamas: il lavoro di Egitto e Qatar

Solo “donne, bambini e uomini malati sopra i 60 anni” detenuti a Gaza verrebbero liberati durante questa fase in cambio di prigionieri palestinesi in Israele, ha detto la fonte, in forma anonima. Ci sarebbero anche “negoziati sul ritiro delle forze israeliane“, con possibili ulteriori fasi che comporterebbero più scambi di ostaggi-prigionieri- Tra le questioni affrontate dall’accordo c’è anche la ricostruzione nella Striscia. E sulla scacchiera delle trattative è spuntato un altro giocatore: il presidente della Colombia Gustavo Petro.

Israele-Hamas: l’intervento del presidente colombiano Petro

Quest’ultimo ha proposto di negoziare il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza attraverso una “commissione di pace“. La proposta arriva in risposta alla lettera inviata la scorsa settimana a Bogotà dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in cui chiedeva il contributo di Petro per ottenere il rilascio dei 136 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Petro, primo presidente di sinistra nella storia della Colombia che sostiene apertamente la causa palestinese e accusa Israele di aver commesso attualmente un “genocidio” nella Striscia di Gaza, ha quindi proposto “la creazione di una Commissione per la pace composta da diversi Paesi per garantire il rilascio degli ostaggi e raggiungere l’obiettivo di porre fine del conflitto in corso tra Israele e Palestina“.

1 Febbraio 2024

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