I numeri di Vega
Morti sul lavoro: la strage silenziosa è sempre più grave, dati in crescita nel 2023 in Italia
I dati l'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre. 1.041 le morti bianche, settore edilizio e fascia d'età degli ultrasessantenni i più colpiti
Cronaca - di Redazione Web
Strage silenziosa: strage però sempre più grave. Rispetto al 2022 le morti sul lavoro sono aumentate, dell’1,1%. E rincuora davvero poco il dato delle morti in itinere che invece diminuisce. A riportate i dati relativi al 2023 l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre. Si conferma il settore delle costruzioni quello più colpito dalle tragedie. Anagraficamente la fascia d’età più a rischio è quella che riguarda gli ultrasessantacinquenni. Al Centro e al Sud le Regioni più colpite. Le vittime in totale nel 2023 sono state 1.041.
L’ultima tragedia: in provincia di Ferrara, a Guarda di Ro. L’operaio di 59 anni Alessandro Ottoboni è morto ieri poco prima delle 9:00. È morto schiacciato da un furgone cisterna durante i lavori di rimboschimento pioppi in golena. Niente da fare per il 118, sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e lo Spisal dell’Ausl di Ferrara per gli accertamenti su dinamica ed eventuali responsabilità, oltre al medico legale per una prima ispezione della salma richiesta dalla Procura di Ferrara, i carabinieri di Ro Ferrarese e la Medicina del lavoro.
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I settori professionali più colpiti
A fine 2023 il settore edile si conferma quello più colpito da infortuni mortali sul lavoro: 150 in tutto. A seguire il settore dei Trasporti e Magazzinaggio (109), dalle Attività Manifatturiere (101) e dal Commercio (64). Le denunce – lo scorso anno a fine dicembre – erano 84.327 mentre a fine dicembre 2023 sono diventate 41.171.
La fascia d’età più colpita
La fascia d’età più colpita da morti sul lavoro è quella degli ultrasessantacinquenni: 138,3 ogni milione di occupati. Segue quella dei lavoratori che hanno tra i 55 e i 64 anni: 60,7. E infine per chi ha un’età compresa tra 15 e 24 anni il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (27,9 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 16,2). Questi ultimi dati sottolineano le criticità e le tragedie che si sono consumate anche nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro.
Le Regioni più colpite
Del totale delle 1.041 vittime sul lavoro in Italia l’anno scorso, 799 si sono verificate in occasione di lavoro (+1,1% rispetto a dicembre 2022) e 242 in itinere (-19,3% rispetto a dicembre 2022). Lombardia maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (133). Seguono: Campania (75), Veneto (72), Emilia Romagna (70), Puglia (62), Piemonte (61), Lazio (59), Sicilia (52), Toscana (33), Abruzzo (31), Calabria (24), Marche (22), Umbria (21), Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sardegna (18), Trentino Alto Adige (14), Basilicata (10), Molise (5) e Valle d’Aosta (1).
Le Regioni a maggior rischio di infortunio mortale, a fine del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale risultano essere: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Calabria. Seguono Sicilia ed Emilia Romagna. E infine Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto, Sardegna, Lombardia, Liguria e Trentino Alto Adige. Le regioni più sicure, in zona bianca, sono: Lazio, Toscana e Valle d’Aosta.
Da gennaio a dicembre sono deceduti inoltre 155 stranieri su 799. Il rischio in questo caso risulta essere più che doppio rispetto agli italiani: gli stranieri, infatti, registrano 65,3 morti ogni milione di occupati, contro i 31,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.