Perché gli agricoltori protestano, dalla Germania alla Francia tutte le ragioni della contestazione

Perché gli agricoltori protestano, dalla Germania alla Francia tutte le ragioni della contestazione

Dall’agricoltura consegue il profitto più onesto, più stabile, meno sospetto: chi è occupato in quell’attività non nutre pensieri malevoli.
(M.P. Catone)

Se la distanza non me lo avesse impedito, l’altro giorno sarei andato anch’io a Bruxelles, con il mio trattore (un favoloso Same 50CV), per unirmi alla vigorosa protesta degli agricoltori presso le sedi comunitarie. Da piccolo coltivatore diretto (il mio campo è più o meno tre ettari) ritengo che le loro ragioni, al fondo, siano giuste.

C’è, in primo luogo, una questione di reddito. Molte aziende agricole sono al lumicino per i costi elevati e i bassi ricavi. I prodotti, in campo, sono pagati un’inezia, a fronte di alti prezzi nella vendita al dettaglio. Esempi: agli allevatori il latte viene pagato 52 centesimi al litro, mentre al supermercato si acquista a 2,30 e persino a 3 euro; un chilo di verdura “vale” 30-40 centesimi, ma viene venduta al consumatore anche a 3 euro.

E poi: gli alti costi dei carburanti e l’obbligo di mantenere incolto il 4 per cento della terra per poter accedere ai contributi comunitari (misura sospesa dall’Ue per il 2024, ma dopo?) e altro.
In sintesi: nella “civiltà” industriale e telematica, e nel vortice di una speculazione galoppante, si è andata perduta una consapevolezza elementare: se il contadino non coltiva, non si mangia.

Ecco perché la mobilitazione degli agricoltori riguarda tutti. E non è un caso che si tratti di una protesta simultanea e generalizzata: cominciata in Germania, ha poi investito l’Italia, la Francia, la Spagna, il Portogallo, il Belgio, l’Olanda, la Grecia. Per capire l’importanza del problema, si tenga conto che, in Italia, i lavoratori della terra sono circa 4 milioni, 740 mila le aziende agricole, 70 mila le industrie alimentari e 330 mila le realtà della ristorazione.

La destra cerca di cavalcare il malcontento. Con episodi anche umoristici. Il ministro Lollobrigida ha incontrato a Verona gli “agricoltori” e ha detto: “L’incontro è andato molto bene”. Si è poi scoperto che gli interlocutori erano di Fdi, e amici del ministro, sconfessati duramente come “un manipolo di opportunisti” dal movimento dei trattori. Sembra quasi il gioco delle tre carte.
Che la destra faccia il suo mestiere è normale.

Non è normale, invece, la latitanza della “sinistra”. Fatta eccezione per una dichiarazione di sostegno agli agricoltori da parte del verde Angelo Bonelli, il Pd non risulta pervenuto, per non parlare dei 5 Stelle. Strano modo, oltretutto, di avvicinarsi alle elezioni europee.