Altri due detenuti si sono tolti la vita in cella: a Verona e a Carinola, in provincia di Caserta. Dal 5 al 31 gennaio erano state 13 le persone che si erano suicidate nelle carceri italiane, una media di uno ogni due giorni. Oggi il dato sale a 15, è il più alto dal 2009, oltre il triplo rispetto a gennaio 2023. “Siamo quest’anno a una media di circa un suicidio al giorno. Un numero enorme ed è grave che questo succeda nell’inerzia di chi dovrebbe prendere decisioni e fare qualcosa contro il sovraffollamento delle carceri”, ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato, Ilaria Cucchi, a Lapresse.
A Verona, nella casa circondariale di Montorio, secondo quanto scritto dall’associazione “Sbarre di Zucchero” l’episodio si è consumato ieri sera, nella sesta sezione del penitenziario, dove un cittadino straniero, dimesso da qualche giorno dal reparto psichiatrico, si è impiccato. È il secondo suicidio dall’inizio dell’anno a Montorio. Si tratta di un detenuto ucraino che un mese fa circa si era tagliato la gola nella terza sezione dov’era incarcerato. Era tornato in ospedale dalla psichiatria ed era stato messo in infermieria.
- Per Nordio i suicidi in carcere sono inevitabili…
- Poggioreale, ancora un suicidio nel carcere napoletano: è il secondo in sole 24 ore
- Emergenza suicidi nel carcere di Montorio, la lettera dei detenuti e l’interrogazione del deputato Tosi
- Donna trovata senza vita in carcere a Trento, ipotesi suicidio: aveva 37 anni
A Caserta invece un detenuto disabile di 58 anni si è tolto la vita. Il quarto suicidio in Campania dall’inizio dell’anno. “Di troppe speranze deluse si continua a morire in carcere. C’è un trend drammatico, occorre intervenire sull’organizzazione delle carceri, sul numero di psicologi, psichiatri ed educatori, figure di ascolto e di mediazione, ma anche sul numero dei progetti di inclusione sociale, di lavoro”, ha scritto in una nota il Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello.
Ilaria Cucchi contro il governo
“Avere un ministro della Giustizia che si dispiace molto, ma non fa nulla per risolvere il problema, non è rassicurante – ha dichiarato la senatrice Cucchi – , ma in fondo si è dispiaciuto anche per Ilaria Salis, senza riportarla a casa da un anno. Di soluzioni ce ne sarebbero ed è francamente inutile si continui a dire che ‘dispiace ma non si può fare nulla’. Innanzitutto togliere dalle carceri tutti coloro che non dovrebbero starci perché affetti da malattie psichiatriche a volte anche gravi. I tossicodipendenti dovrebbero essere seguiti in altre strutture, per non parlare di tutti coloro che sono in carcere per scontare i cosiddetti reati minori e che potrebbero usufruire delle misure alternative”.
Altre accuse da Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera: “Un detenuto che era stato dimesso da qualche giorno dal reparto psichiatrico, ha deciso ieri di impiccarsi. I malati psichici non dovrebbero stare in carcere, ci meravigliamo per quello che accade in Ungheria, ma in Italia lo Stato è ‘fuorilegge'”. Pronta la risposta del governo tramite il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: “Una sinistra, spudorata o smemorata, tenta di addebitare al governo Meloni la fotografia impietosa delle condizioni carcerarie che ha lasciato come inumana eredità. Stiamo alacremente lavorando per risolvere due precise condizioni ereditate: il sovraffollamento determinato da carenza di posti detentive e la mancanza di educatori negli istituti. La tragiche morti imporrebbero meno strumentalità”.
La nota del Garante
“La tendenza drammatica dei suicidi in carcere in Italia è sorprendente soprattutto per la politica che è indifferente e vive un silenzio. Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere. Occorrono risposte concrete qui e ora, prima che ci sia l’irreparabile”, ha scritto in una nota Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Campania, è anche il Portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti. “Di troppe speranze deluse si continua a morire in carcere. C’è un trend drammatico, occorre intervenire sull’organizzazione delle carceri, sul numero di psicologi, psichiatri ed educatori, figure di ascolto e di mediazione, ma anche sul numero dei progetti di inclusione sociale, di lavoro. Occorre intervenire sulla concezione educativa che non c’è dentro il carcere. Il carcere non è un male necessario. Occorre intervenire anche sulla coscienza civica rispetto a chi considera il carcere una risposta semplice a bisogni complessi, in primis la sicurezza”.
I suicidi in carcere in Italia
Fino a ieri dodici dei detenuti morti in carcere si sono impiccati, uno è morto dopo uno sciopero della fame. Dal 1992 al 2009 non ci sono mai stati più di 61 suicidi in un intero anno. Secondo il rapporto 2023 dell’Associazione Antigone, che si occupa di tutelare i diritti delle persone che si trovano in carcere, lo scorso anno il tasso di affollamento medio nelle carceri italiane era del 117,2 per cento, con picchi del 154 per cento in Puglia, 142 per cento in Lombardia e 137 per cento in Veneto. Al 31 dicembre erano 60.166 i detenuti nelle carceri a fronte di una capienza di 51.179 posti.