Per la 12esima volta in gara
Loredana Bertè, la vita e gli amori della cantante di “Pazza” a Sanremo 2024
Spettacoli - di Redazione Web
A 73 anni Loredana Bertè torna in gara a Sanremo per la 12esima volta con un brano molto rock: “Pazza” per poi duettare con Venerus in “Ragazzo mio” di Luigi Tenco. E’ una delle favorite dell’edizione 2024 del Festival di Sanremo. Nel 2008 ha avuto il “Premio alla carriera città di Sanremo” e nel 2019 dopo le standing ovation e il quarto posto con il brano “Cosa ti aspetti da me” ha ricevuto il “Premio Pubblico dell’Ariston”. Nel 2024 torna con “Pazza”, un inno all’amor proprio.
Quali sono i brani di Loredana Bertè a Sanremo
Da veterana, Loredana Bertè annovera un buon numero di brani portati sul palco dell’Ariston, quasi sempre accompagnati da look controversi o che hanno fatto discutere, confermandosi sempre icona di stile inconfondibile. La prima volta è stata nel 1986 quando esordì con “Re”. E poi nel 1988 “Io”, 1991 “In questa città”, 1993 con sua sorella Mia Martini, “Stiamo come stiamo”, 1994 “Amici non ne ho”, 1995 “Angeli e Angeli”, 1997 “Luna”, 2002 “Dimmi che mi ami”, 2008 “Musica e parole”, 2012 con Gigi d’Alessio “Respirare”, 2019 “Cosa ti aspetti da me”.
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La vita privata di Loredana Bertè
Il suo nome completo è Loredana Carmela Rosaria Bertè, nata a Bagnara Calabra, il 20 settembre 1950, è la terza di quattro figlie femmine, sorella minore di Mia Martini. I suoi genitori erano entrambi insegnanti. Trasferitasi a Roma con le sorelle Mia, Leda, Olivia e la madre Maria Salvina (dopo la separazione di quest’ultima dal marito Giuseppe Radames Bertè), ha iniziato nel mondo dello spettacolo con varie esperienze come attrice e ballerina, esibendosi anche insieme alla sorella Mia Martini e a Renato Zero. Ha poi cominciato il percorso discografico con il suo primo LP intitolato ‘Streaking’ del 1974 (e all’epoca censurato). Il successo arriva con ‘Sei bellissima’ (1975) e ‘Dedicato’ (1978). Negli anni Ottanta fa il botto con ‘E la luna bussò’, ‘Non sono una signora’ (un vero e proprio manifesto programmatico) e ‘In alto mare’. Ha al suo attivo 18 album in studio e 5 dal vivo, senza contare i 15 milioni di dischi venduti.
La sorella Mia Martini e il difficile rapporto con il padre
Come racconterà più volte la cantante, la sua infanzia non è un’infanzia felice e spensierata. Cresce tra Porto Recanati e Ancona, con una madre spesso assente e un padre violento. Dopo la separazione dei genitori, si trasferisce con la mamma a Roma, dove da ragazza frequenta l’Istituto d’Arte. Qui inizia poi ad entrare negli ambienti dello spettacolo insieme a sua sorella, in arte Mia Martini e a Renato Fiacchini (Renato Zero). La morte della sorella Mia Martini, avvenuta il 12 maggio 1995 in circostanze cupe, è per lei un dolore insormontabile. L’autopsia effettuata all’epoca stabilì che l’artista venne a mancare in seguito ad un arresto cardiaco. Un rapporto non sempre idilliaco a causa di due caratteri differenti, uno più estroverso e aggressivo un altro più intimo e romantico come quello di Mimì. La Berte ricorda ancora il giorno in cui morì la sorella, come riportato dal messaggero: “Io ho litigato con la vita e non ci ho ancora fatto pace, perché quella notte maledetta del 1995 lei è morta ed avrà avuto paura. Era sola ed io questo non me lo posso perdonare”.
Gli amori di Loredana Bertè
Dal 1983 al 1987 la Bertè è stata sposata con Robert Berger, figlio del miliardario Tommaso Berger. Il matrimonio avvenne alle Isole Vergini. La rottura fu causata per inadempienza degli obblighi coniugali da parte di Berger. Era fidanzata con il tennista Adriano Panatta quando conobbe un altro campione, Björn Borg, sposato nel 1989. Un secondo matrimonio burrascoso, entrato in crisi presto. La separazione fu firmata dopo tre anni, nel 1992. La cantante ha raccontato che gran parte della colpa è alla “dipendenza dalla cocaina” di lui. Da allora la Bertè non si è mai più innamorata, come aveva rivelato a Maurizio Costanzo in una intensa puntata de ‘L’intervista’.
“Pazza”, il testo della canzone di Loredana Bertè
di L. Bertè – A. Bonomo – L. Chiaravalli – A. Pugliese Ed. Edizioni Curci/Music Union/Star/Bandabebè – Milano
Sono sempre la ragazza
Che per poco già s’incazza
Amarmi non è facile
Purtroppo io mi conosco
Ok ti capisco
Se anche tu te ne andrai via da me
Col cuore che ho spremuto come un dentifricio
E nella testa fuochi d’artificio
Adesso vado dritta ad ogni bivio
Va bene sono pazza che c’è, che c’è
Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola
E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza
Prima ti dicono basta sei pazza e poi
Poi ti fanno santa
Io cammino nella giungla
Con gli stivaletti a punta
E ballo sulle vipere
Non mi fa male la coscienza
E mi faccio una carezza perché non riesco a chiederle
Col cuore che ho spremuto come un dentifricio
E nella testa fuochi d’artificio
E se in giro è tutto un manicomio
Io sono la più pazza che c’è, che c’è
Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola
E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza
Prima ti dicono basta sei pazza e poi
Poi ti fanno santa
Scusa se ti ho fatto male
Forse non sono normale, o forse
Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola
E sono pazza di me
Sì perché mi sono odiata abbastanza
Prima ti dicono basta sei pazza e poi
Poi ti fanno santa