Canzone italiana

Franco Califano chi era e com’è morto: la vita e la storia del cantante interpretato da Leo Gassman nel film Rai

Arriva in prima serata su Rai1 il film sulla vita del cantante e autore. "Vorrei arrivare alla morte stanco, quindi dopo aver vissuto intensamente e freneticamente ogni cosa che la vita mi offre". Protagonista Leo Gassman

Spettacoli - di Redazione Web - 7 Febbraio 2024

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COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE + RAI
COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE + RAI

Franco Califano il cantante, Franco Califano il poeta: Califano il personaggio, il famoso, sbattuto in prima pagina, Califano spacciatore, Califano camorrista. E Califano assolto, prosciolto da ogni accusa ma per sempre maledetto, sciupafemmine, artista popolare e maledetto. Califano, semplicemente, è intitolato anche il film tv che andrà in onda l’11 febbraio ispirato alla vita del cantante romano, a un periodo che va dalla Dolce Vita alla metà degli anni ’80. Protagonista Leo Gassman, cantante e attore, figlio di Alessandro e nipote di Vittorio.

Potrebbe essere un’opportunità per riscoprire una figura centrale della canzone italiana, spesso ridotta alla statura del suo personaggio. Spesso ingombrante, sicuramente debordante. La fama da playboy, la macchietta da televisione. Califano che russa e che recita nel sonno la formazione dell’Inter nel reality show Music Farm, il “Califfo” playboy, seduttore spietato e insaziabile. E invece Califano era stato soprattutto uno dei più grandi autori della canzone italiana, protagonista di una traiettoria spericolata e a tratti drammatica. Aveva espresso di avere come epigrafe la frase di una sua canzone: “Non escludo il ritorno”.

Chi era Franco Califano

Papà Salvatore era militare in Libia. A mamma Jolanda le acque le si ruppero in aereo, sopra Tripoli. Atterraggio di emergenza, Franco nacque in volo. La famiglia tornò in Italia e visse per qualche tempo a Nocera inferiore prima di trasferirsi a Roma. E Franco che puntualmente scappava dai collegi ecclesiastici dove lo iscrivevano. Da bambino finalmente libero era cresciuto al quartiere Trionfale di Roma, anni ’50. “I miei vicini erano contrabbandieri, disoccupati, mezzi delinquenti o delinquenti totali, parassiti, gente che aveva fame”, ha raccontato nella sua autobiografia Senza Manette (Mondadori) scritta con il giornalista Pierluigi Diaco.

Il padre morì quando lui aveva 18 anni. “Ho un rimpianto, uno solo, quello di non aver avuto sufficientemente a lungo vissuto la vita di mio padre. Al quale io sono aggrappato in maniera incredibile, ho amato mio padre così tanto da non riuscire ad amare più. Lui per me era tutto”. Franco Califano debuttò da attore per i fotoromanzi, fece anche dei film. A portarlo nel mondo della musica fu Edoardo Vianello. Scrisse di tutto, continuamente. Musica, poesia, canzoni, monologhi. Più di mille opere. Anche per altri. Scoprì I Ricchi e Poveri.

Il successo di Franco Califano

Ha firmato alcune delle canzoni più belle della musica italiana: Minuetto per Mia Martini, Un grande amore e niente più per Peppino Di Capri, E la chiamano estate per Bruno Martino, La musica è finita per Ornella Vanoni. Oltre alla sua vita spericolata, fuori controllo, protagonista della Dolce Vita di Roma e della discografia, è rimasta nell’immaginario collettivo anche la sua voce: un timbro unico con una storia dietro. Una serata d’estate al Foro Italico, la Lancia Spider scoperta. E lui che il giorno dopo sentì cambiato il tono della sua voce. Il dottore: cordite cronica. “Una delle due corde vocali si era irrigidita e non avrebbe più vibrato al pari dell’altra”.

©granato/lapresse archivio storico spettacolo musica anni ’80 franco califano nella foto: franco califano seduto davanti ad un molo

Franco Califano ha cantato amori profondissimi e disperati, periferie degradate e abbandonate, la povertà del dopoguerra e i sogni del boom economico, il sentimento degli stornelli in romanesco e le influenze che arrivavano dagli Stati Uniti. E il romanticismo della sua esistenza, “buio e luna piena”, il primo matrimonio a 19 anni fallito subito, le donne della sua vita che lo hanno ispirato: diceva di averne avute oltre 1.500 e di non aver mai ricevuto un “no” perché non era mai lui a fare il primo passo. Lo chiamavano: “Il Prévert di Trastevere”, “Il Pasolini della canzone”, “Il Belli dei nostri giorni”.

I guai giudiziari di Franco Califano

L’album che pubblicò nel 1976, Tutto il resto è noia, vendette immediatamente un milione di copie. La title-track divenne un instant cult, una canzone ancora oggi cantata e indimenticata. A far discutere la fotografia in copertina: il bambino con Califano era il figlio di Francis Turatello, boss della Mala milanese, massacrato a coltellate nel carcere di Badu ‘e Carros. Franco Califano “il maledetto”, è stato arrestato due volte: nel 1970, stesso processo di Walter Chiari e Lelio Luttazzi, possesso di stupefacenti; nel 1984 nello stesso processo di Enzo Tortora, accusato di associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti. Venne assolto con formula piena in entrambi i casi.

13 JUL 2008, ROME: CONCERT OF THE ITALIAN SINGER, FRANCO CALIFANO. © PIERGIORGIO PIRRONE / MARGOPHOTO / Lapresse *** Local Caption *** 00608013

“Ne uscii ferito, indurito. Ma la prigione aveva restituito un nuovo essere alla vita – ha raccontato nella sua autobiografia – Tranne la dignità, che mi tenni ben stretta, lasciai tutto il resto al destino, pronto a viverlo come sarebbe venuto […] da prigionieri si comprende meglio la dimensione del mondo. Lo spazio ristretto della gabbia dà la misura dello spazio aperto. Il cervello e il cuore servono per essere usati secondo le loro funzioni: costruire, non consumare. E così fu”.

Il suo carattere non gli privò di fare autoironia anche in questo caso: “Se vogliamo essere frivoli e sdrammatizzare, come io sempre faccio, mi hanno tolto un anno in cui io ero veramente bello e quindi chissà quante donne avrei avuto in quell’anno”. Raccontò anche di essersi prostituito per mantenersi, con “donne belle e ricche”, dopo che per un anno si era dovuto fermare a causa di una meningite – disse che gli diedero “cinque possibilità su cento di salvarti”. Contribuì non poco ad alimentare questo lato del suo personaggio: ha raccontato nella stessa autobiografia di esser stato con la madre di un suo amico a soli dieci anni e con un’altra nel bel mezzo del corteo funebre per il padre. Potremmo dire che alcune sue canzoni oggi non sarebbero neanche prese in considerazione per la pubblicazione. Per esempio La mia libertà, una sorta di manifesto: “Una donna innamorata anche quella più pulita, prima o poi le corna te le fa”.

Com’è morto Franco Califano

Franco Califano festeggiò i suoi 70 anni a Piazza Navona a Roma, nel 2008. Due anni dopo un grave incidente domestico. Continuava a mantenersi soltanto con la sua attività, fece appello alla legge Bacchelli, il sussidio per i personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. L’ultimo concerto il 18 marzo al Teatro Sistina. È morto il 30 marzo del 2013 ad Acilia, stroncato da un infarto a 74 anni. Il giorno prima era morto Enzo Jannacci. Alla Camera ardente in Campidoglio passò mezza Roma, i funerali alla Chiesa degli Artisti.

Il cantante Franco Califano
©VINCENZO CORAGGIO / LAPRSSE
13-04-2004 ROMA
SPETTACOLO
TRASMISSIONE MAURIZIO COSTANZO SHOW
NELLA FOTO FRANCO CALIFANO

“Mi sto stancando molto – aveva dichiarato in un’intervista alla Rai – perché vorrei arrivare alla fine pronunciando la parola: finalmente. Vorrei arrivare alla morte stanco, quindi dopo aver vissuto intensamente e freneticamente ogni cosa che la vita mi offre. Non è un consiglio che do a tutti ma [mi dico, ndr] di non rimandare mai, non perdere mai nessun tipo di occasione perché poi il tempo non ti porta mai indietro, ma avanti c’è solo quello di traguardo. Ritengo di aver vinto tutte le battaglie che la vita mi ha messo contro. Da solo, senza l’aiuto di nessuno. Ritengo di dover per forza di cose perdere soltanto la guerra che sarebbe appunto la fine, ma mi ci sto accostando talmente bene che sarà forse un pareggio”.

Il film Rai “Califano” interpretato da Leo Gassman

Si legge sul sito della Rai che Leo Gassmann “è entrato nella parte e ne ha vestito i panni senza diventarne l’imitatore, ma incarnando magistralmente le sue due anime contrapposte: quella del ragazzo di strada ‘affamato di vita’ e quella malinconica di chi portava con sé i graffi di un’infanzia vissuta tra collegi e affetti perduti. Studiandone i gesti e i modi ma soprattutto ‘ascoltandolo’, Gassman si è avvicinato a Califano con grande delicatezza, dandogli vita e voce per raccontarne i successi, ma anche le fragilità e il bisogno di chiudersi in se stesso, quel ‘se scrive libertà ma se legge solitudine’ che ha caratterizzato la sua intera esistenza”. Il film è stato tratto dall’autobiografia Senza Manette scritto con il giornalista Pierluigi Diaco.

Nello stesso Califano esprimeva una singolare curiosità: descriveva Paolo Conte come “il più grande artista che l’Italia abbia mai partorito”. Solo un incontro tra i due, dopo un concerto. “Mi rivolgo direttamente a te, Paolo, per dirti che vorrei esseri amico, stare seduto con te allo stesso tavolo, così che tu possa parlarmi del tuo modo di fare musica”. Sempre nell’autobiografia parlava di come fosse stato finalmente sdoganato dalla sinistra italiana e citava un articolo apparso su L’Unità con la firma di Fulvio Abbate.

“Con la sua irregolarità, con la sua ‘impresentabilità’, in questo modo Califano mantiene in vita una idea del mondo che altrove, presso i suoi colleghi omologati allo show biz così come si è ormai definito, non ha più diritto d’esistenza […] lo guardi, lo riguardi e trovi la quasi certezza che presso di lui sopravviva un sentimento pagano, dionisiaco, rionale, condominiale, altrove messo a tacere, cancellato, ritenuto addirittura pericoloso rispetto alla finzione cui si è ormai ridotto il mondo dello spettacolo”.

Foto LaPresse Torino/Archivio storicoStorico1994Franco CalifanoFrancesco Califano, più noto come Franco o Califfo o il Maestro (Tripoli, 14 settembre 1938 – Roma, 30 marzo 2013), è stato un cantautore, paroliere, produttore discografico, poeta, scrittore e attore italiano.nella foto: Franco CalifanoPhoto LaPresse Turin/Archives historicalHystory1994Franco Califanoin the photo: Franco Califano

7 Febbraio 2024

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