Il dramma carcere
Aumento dei suicidi in carcere, per il capo del Dap è inspiegabile…
Il direttore dell’Amministrazione penitenziaria ieri in commissione Giustizia a Montecitorio: “Contro il sovraffollamento più celle ed espulsioni degli stranieri”
Giustizia - di Angela Stella
Dopo essere stato chiamato al Quirinale dal Presidente Mattarella probabilmente preoccupato per i suicidi in carcere – arrivati a 15 dall’inizio dell’anno – e il sovraffollamento, ieri il Capo del Dap Giovanni Russo è stato audito in Commissione giustizia della Camera su richiesta del Pd che oggi al Nazareno organizza l’evento “Emergenza carcere, la svolta necessaria”, con molti dei protagonisti degli Stati generali dell’Esecuzione penale.
Per quanto concerne l’aumento dei reclusi, Russo ha sottolineato che “abbiamo un incremento di circa 400 detenuti ogni mese, ad oggi i detenuti sono 60.814 detenuti. Negli ultimi 25 anni solo in altre 5 occasioni sono stati superati i 60 mila”. Tuttavia “siamo ancora lontani dalla soglia che fece scattare la sentenza Torreggiani” della Cedu “che ordinò all’Italia di rimuovere le condizioni di sovraffollamento”.
Per quanto riguarda le soluzioni ha ricordato che il legislatore non ha intenzione di sfoltire la popolazione dietro le sbarre. Si punta invece, come previsto dal Ddl Nordio, “ad un organo collegiale che deciderà sulle misure cautelari” ossia su quelli in attesa di primo giudizio “anche se siamo consapevoli che gli effetti si avranno nel tempo”.
“Uno dei filoni che abbiamo individuato come possibile rimedio al problema del sovraffollamento delle carceri – ha proseguito Russo – è l’ampliamento del numero delle camere detentive. A fronte delle varie proposte che c’erano per l’impiego di 166 milioni che aveva messo a disposizione il MIT e a fronte di numerose pressioni e richieste per la costruzione di nuovi padiglioni ed edifici penitenziari, ho preferito mettere mano a 25 cantieri già previsti nel precedente piano carceri. Sulla base di questa decisione avremo circa 2.350 posti detentivi in più entro il 2025. Con il Pnrr ci saranno altri 640 posti detentivi”.
Inoltre si è avviata “una interlocuzione con il Ministro dell’Interno per spingere con le espulsioni”. Si sta anche lavorando ad un accordo con l’Albania affinché i detenuti albanesi in Italia possano scontare la pena nel proprio Paese in cambio di una formazione professionale.
Infine, “come suggerito anche dall’ex garante Palma stiamo valutando per i detenuti con un fine pena basso di ospitarli in un luogo sulla falsariga delle comunità per i tossicodipendenti”, ha detto il capo del Dap.
E nelle repliche il deputato di +Europa Riccardo Magi ha chiesto di iniziare a lavorare subito insieme su questa ultima proposta avendo lui presentato, con la sottoscrizione del Pd, di Avs e Azione una pdl per l’istituzione delle Case Territoriali di Reinserimento Sociale che va proprio in quella direzione.
Sul tema dei suicidi Russo non ha saputo fornire risposte precise: “c’è un trend che in questo primo scorcio del 2024 ha mostrato una tendenza al rialzo, che per noi è inspiegabile rispetto ai dati che abbiamo”. Si tratta di “un fenomeno che si intreccia, ma non trova la sua unica ragione con altro aspetto preoccupante, che è quello del sovraffollamento”, ha spiegato.
La gran parte dei suicidi, ha ricordato Russo, “avviene nelle case circondariali” dove ci sono detenuti “con condanne non definitive, in attesa di primo giudizio o con una pena inferiore a 5 anni” e dove “non ci sono attività trattamentali”. Per lui “il suicidio si può e si deve prevenire ma non si può prevedere”.
Per fare questo “dobbiamo riconoscere la dignità al detenuto e capire quali sono i suoi bisogni perché noi custodiamo i detenuti”. Dalla Commissione istituita all’inizio del 2023 è emerso che “nell’oltre 75% delle valutazioni diagnostiche delle persone in entrata in carcere non era stato rilevato il rischio suicidario. Occorre quindi un monitoraggio continuo” e bisogna cambiare metodo di lavoro: “le schede di chi li valuta vengono redatte a mano, in modo burocratico, come da dovere formale”.
Invece “occorre un linguaggio scientifico condiviso da tutti gli operatori”. Intanto, come reso noto dalla presidente di Nessuno Tocchi Caino, Rita Bernardini, al 17esimo giorno di sciopero della fame insieme al deputato di IV Roberto Giachetti, “la conferenza dei capigruppo, convocata dal Presidente della Camera Fontana per decidere l’esame urgente sulla pdl su liberazione anticipata speciale e ordinamentale, si è espressa negativamente. La decisione è rimandata a oggi, quando si esprimerà l’assemblea di Montecitorio”.
A proposito di suicidi e luoghi di privazione della libertà personale, sempre Riccardo Magi ha incontrato il Garante D’Ettore, dopo il suicidio nel Cpr di Ponte Galeria: “ho ribadito come la situazione sia insostenibile e che i Cpr vanno chiusi. Mi è sembrato impressionato da quanto visto anche da lui lì e che intende occuparsene”.