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Giovanni Allevi, il monologo sulla sua malattia a Sanremo: “Il dolore mi ha offerto inaspettati doni”

Giovanni Allevi sul palco di Sanremo 2024

Giovanni Allevi sul palco di Sanremo 2024

Giovanni Allevi, 54 anni, è stato accolto sul palco dell’Ariston con un lunghissimo e caloroso applauso. Mancava dalle scene da circa due anni: ha portato avanti strenuamente la sua battaglia contro una pericolosa malattia, il mieloma multiplo. E’ salito sul palco un po’ provato e con in testa un cappellino a coprire i suoi iconici ricci per poi mostrarsi al pubblico “così come sono”: grigi ma ispidi e voluminosi come sempre.

Giovanni Allevi a Sanremo

Prima di sedersi al pianoforte a coda e suonare la sua Tomorrow, un brano inedito composto durante la degenza in ospedale, ha raccontato al pubblico la sua esperienza. Un monologo che ah commosso ed è arrivato al pubblico dritto al cuore. Poi le note di speranza della sua musica e il suo sorriso hanno scaldato la platea.

La diagnosi della malattia

“All’improvviso mi è crollato tutto, non suono più un piano da due anni davanti al pubblico – ha raccontato il musicista, più volte interrotto dagli applausi – A Vienna il dolore della schiena era talmente forte che dall’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho perso il mio lavoro, i capelli, le certezze, ma non la speranza, era come se il dolore mi porgesse degli inaspettati doni”.

“I doni del dolore”

Allevi ha elencato quelli che per lui sono stati come dei “doni” del dolore. “Non molto tempo fa, prima che accadesse tutto questo, durante un concerto in un teatro pieno, ho notato una poltrona vuota. Come una poltrona vuota?! Mi sono sentito mancare! Eppure, quando ero agli inizi, per molto tempo ho fatto concerti davanti ad un pubblico di quindici, venti persone ed ero felicissimo! Oggi….dopo la malattia, non so cosa darei per suonare davanti a quindici persone”, ammette Allevi.

“La riconoscenza per i medici”

“I numeri non contano. Sembra paradossale detto da qui. Perché ogni individuo, ognuno di noi è unico e irripetibile e a suo modo infinito. Un altro modo, la gratitudine nei confronti della bellezza del creato. Non si contano le albe e i tramonti che ho ammirato da quelle stanze d’ospedale. Il rosso dell’alba è diverso del rosso del tramonto. Un altro dono, la riconoscenza per il talento di medici, infermieri, il personale ospedaliero”, ha aggiunto.

“L’esempio dei piccoli guerrieri”

“La riconoscenza per l’affetto, la forza, l’esempio che ricevo dagli altri pazienti, i guerrieri, così li chiamo”. E commuovendosi fino alle lacrime: “E lo sono anche i loro familiari, e lo sono anche i genitori dei piccoli guerrieri. Vi ho portato tutti qui con me sul palco. Facciamo loro un applauso”.

“Quando tutto crolla resta in piedi l’essenziale”

Infine l’ultimo dono: “Quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più – dice Allevi – Com’è liberatorio essere sé stessi”. Dopo il monologo, si avvicina Amadeus, e a dimostrazione di quest’ultimo dono, per liberarsi definitivamente dal peso del giudizio esterno, Allevi compie in diretta il gesto simbolico di togliersi il cappello. Lui che sempre fatto dei suoi capelli ricci e scuri un tratto distintivo, mostra senza timore la chioma argentata. Ma prima ha avvertito il pubblico.

“Non potendo più contare sul mio corpo, proverò a suonare con tutta la mia anima”

“Ho due vertebre rotte e un problema alle dita per il tremore, a causa di una neuropatia. Ma non potendo più contare sul mio corpo proverò a suonare con tutta la mia anima”. Allevi, come detto, ha eseguito Tomorrow “perché – ha spiegato il musicista – domani, per noi, ci sia sempre ad attenderci un giorno più bello”. Al termine, il teatro dell’Ariston gli ha tributato un lungo emozionato applauso. Allevi ha ringraziato tutti e ha abbracciato commosso Amadeus che ha concluso dicendo: “Questa è sicuramente una delle pagine più belle del Festival di Sanremo”.