Il caso dell'anarchica
Caso Salis, è muro contro muro tra il governo e la famiglia
Secondo Tajani l’Italia ha fatto tutto il possibile come accade per gli altri 2400 connazionali detenuti all’Estero e vigilerà sul rispetto dei diritti delle persone secondo gli standard comunitari.
Giustizia - di Frank Cimini
Sulla vicenda di Ilaria Salis è sempre muro contro muro. Da una parte il governo dall’altro la famiglia della ragazza con gli avvocati, mentre l’opposizione non va al di là della polemica politica a dire la verità anche strumentale con l’esecutivo. L’ulteriore dimostrazione è arrivata ieri con la relazione informativa svolta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani prima alla Camera e poi al Senato.
”L’unica strada da seguire è quelle delle regole – ha ribadito il capo della nostra diplomazia – e le regole dicono che per ottenere eventualmente gli arresti domiciliari in Italia prima bisogna chiederli in Ungheria. È paradossale che chi si erge ogni giorno a difensore dell’autonomia della magistratura chieda ora a noi di fare pressioni affinché il governo ungherese influenzi le determinazioni dei giudici. Così si alimentano tensioni e polemiche ma non si fa il bene della signora Salis”.
Per Laura Boldrini “l’ambasciata italiana sapeva da un anno del trattamento riservato alla detenuta ma il ministro no. Non era stato informato?”. Per Tajani “la decisione sullo stato di libertà compete solo al giudice ungherese. Se avessimo dato il documento richiesto dalla difesa avremmo fatto una interferenza nella giustizia di quel paese che non può e non deve subire pressioni dall’esterno”.
Il ministro degli Esteri ha ribadito inoltre che “l’ambasciata italiana non può essere il luogo in cui scontare i domiciliari. Ci sono carte segrete non è possibile avere un detenuto libero in giro. Non è una casa privata, c’è un problema di sicurezza nazionale”. Secondo Tajani l’Italia ha fatto tutto il possibile come accade per gli altri 2400 connazionali detenuti all’Estero e vigilerà sul rispetto dei diritti delle persone secondo gli standard comunitari.
Per l’ex ministro della giustizia Andrea Orlando “Tajani invece di citare Beccaria avrebbe dovuto citare Don Abbondio”. Tajani ha spiegato che grazie all’intervento della nostra diplomazia le condizioni di detenzione sono migliorate. Sinistra e Verdi chiede accesso alle comunicazioni tra Italia e Ungheria.
A questo punto nell’immediato l’unica speranza a sta nei contatti tra le diplomazie necessariamente riservati. I rapporti tra i due paesi potrebbero irrigidirsi nel caso il prossimo 13 febbraio i giudici di Milano dovessero negare l’estradizione dell’anarchico Gabriele Marchesi indagato con le stesse accuse di Salis in relazione ai fatti di quasi un anno fa a Budapest. Intanto il Comitato Liberiamo Ilaria Salis ha chiamato a raccolta partiti e associazioni per una fiaccolata, il 14 febbraio alle ore 18.00 a Largo di Torre Argentina, a Roma.