L'ultima parola alla Cedu
La giudice Apostolico aveva ragione, il DL Cutro è in contrasto col diritto europeo
Questa sentenza è importantissima non solo per la sorte di alcuni ragazzi che erano stati catturati dalle guardie e messi in gabbia, ma è tutto l’insieme delle leggi anti-migranti che rischia di essere messo in discussione
Editoriali - di Piero Sansonetti
La Corte di Cassazione a sezioni riunite ha tirato un bello schiaffone in faccia al governo. Che non se l’aspettava. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla magistrata Iolanda Apostolico che alcuni mesi fa aveva sospeso l’incarcerazione di alcuni migranti, avvenuta sulla base del decreto Cutro, perché – sosteneva – il decreto Cutro è in contrasto con il diritto europeo.
Contro di lei si era scatenata l’offensiva del governo, dei partiti di maggioranza (in particolare della Lega) e dei giornali della destra. Salvini aveva scovato una fotografia di alcuni anni fa della Apostolico mentre era presente a una manifestazione contro il governo, e tutti avevano sostenuto che la Apostolico con la decisione di scarcerazione aveva fatto politica invece di fare il suo mestiere di magistrato.
Dicevano che un magistrato applica la legge e non la giudica. Ma la Apostolico non aveva giudicato la legge sulla base delle sue idee politiche. L’aveva giudicata sulla base delle norme del diritto. E – come prescrivono i codici – aveva ritenuto di non poterla applicare.
I giornali di destra chiesero addirittura le sue dimissioni. Noi dell’Unità viceversa sostenevamo che la Apostolico aveva ragione da vendere nella sua sentenza, anche se, probabilmente, avrebbe dovuto evitare di partecipare – se partecipò – a una manifestazione politica. E che la sua partecipazione però non metteva in discussione in nessun modo la sua assoluta correttezza professionale, che aveva impedito che ad alcuni ragazzi fosse sottratta illegalmente la libertà.
Il governo presentò – indignato – dieci ricorsi in Cassazione. E un paio di settimane fa la Procura generale chiese che i ricorsi fossero accolti. Di nuovo i giornali tuonarono contro la Apostolico. Ieri mattina invece la Corte, che si è riunita nella sua forme più solenne e autorevole – a sezioni riunite – ha detto che le obiezioni della Apostolico sono ragionevolissime, e ha chiesto alla Cedu (cioè alla Corte Europea) di dire l’ultima parola visto che è il diritto europeo ad essere probabilmente incompatibile con il decreto-Cutro come ha sostenuto Iolanda Apostolico.
Questa sentenza è importantissima non solo per la sorte di alcuni ragazzi che erano stati catturati dalle guardie e messi in gabbia, sebbene contro di loro non ci fosse nessuna accusa. Già questo fatto sarebbe tutt’altro che irrilevante.
Ma a questo punto, e sulla base delle domande che la Cassazione ha posto alla Cedu, è tutto l’insieme delle leggi anti-migranti che rischia di essere messo in discussione. A partire dalla stessa idea della detenzione amministrativa, cioè della detenzione (chiamata “trattenimento”) applicata senza una sentenza di condanna e anche senza la contestazione di un reato.
La detenzione amministrativa, che fu introdotta in Italia negli anni novanta durante un governo Prodi, è uno dei grimaldelli della politica xenofoba che è stata accarezzata e condotta da diversi governi, non solo di destra. E che è la base anche sia dei decreti sicurezza che furono rivendicati da Salvini e da Conte (il quale Conte, oggi, addirittura ambisce a diventare il capo della sinistra), sia dei successivi decreti emanati dal governo Meloni.
E prima ancora fu una delle leve della politica anti-migranti di svariati governi di centrosinistra. Aspettiamo ora la sentenza della Cedu. Per ora, almeno un po’, possiamo festeggiare. Forse qualche lampo di viltà ancora balugina in qualche angolo del nostro paese.