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Suicidio nel carcere di Marassi, 30enne si è tolto la vita nella sezione del ‘terrore’. Il Garante Saracino: “Poche attività per le persone più ‘difficili'”

suicidio nel carcere di marassi

Ha cercato di togliersi la vita impiccandosi. È sopravvissuto ma dopo 48 ore di agonia in ospedale è deceduto. Aveva 30 anni ed era di origini marocchine. Purtroppo non è più una persona. È diventato un numero: il 16esimo suicidio avvenuto nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno. Una mattanza di Stato che sta continuando senza fine, nel silenzio e nell’indifferenza del governo. Il giovane era detenuto da pochi mesi, dalla metà del 2023. Aveva avuto una condanna, per reati minori, a 1 anno e mezzo. Gli restava ancora poco tempo da scontare, poi sarebbe tornato libero.

Chi è il detenuto che si è tolto la vita nel carcere di Marassi a Genova

Invece l’ha fatta finita ed è morto. “L’ho conosciuto – ha dichiarato a l’Unità il Garante per i diritti dei detenuti della Regione Liguria Donato Saracino – Era una persona particolare e con la quale era complicato comunicare. Parlava poco l’italiano ma oltre l’arabo conosceva lo spagnolo e l’inglese. L’ho incontrato un ultima volta dopo le festività natalizie. Era un detenuto difficile, protagonista di diverse azioni violente, aggressioni a volte subite, altre perpetrate. Tuttavia, Marassi è un penitenziario nel quale regna la piaga del sovraffollamento e che mette a disposizione poche attività, proprio per quei reclusi ‘complessi’, i quali non hanno patologie dichiarate ma necessiterebbero di percorsi di recupero specifici“.

Carcere di Marassi: i precedenti

Il 30enne ha girato diverse sezioni del carcere di Marassi. Dopo un episodio relativo proprio a un’aggressione che lo avrebbe visto protagonista, sarebbe stato trasferito per l’ennesima volta. Il 30enne è finito nella Sesta Sezione. Infine, quella dove era detenuto prima del suo tentato suicidio e del suo decesso, era la sezione del ‘terrore’, un luogo già noto alle cronache. Lo stesso posto dove è stato pestato, quasi a morte, Alberto Scagni e dove – a settembre del 2023 – un detenuto ha ucciso un altro recluso.

La lotta non violenta

Intanto la Camera ha calendarizzato la proposta di legge del deputato di Italia Viva Roberto Giachetti che insieme a Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, è al 18esimo giorno di sciopero della fame. Queste le loro dichiarazioni: “Rivedendo la decisione della capogruppo di ieri oggi l’Aula ha deciso che settimana prossima inizia l’iter in commissione giustizia della proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale promossa da Nessuno Tocchi Caino e presentata da IV alla Camera. Siamo grati a tutti coloro, maggioranza e opposizione, che hanno voluto condividere l’impegno per uscire dall’emergenza affollamento. Una scelta importante e non scontata che siamo certo aiuterà a trovare soluzioni rapide ed adeguate per ridurre le sofferenze dell’intera comunità carceraria“.