La tragedia di Gaza

Rafah allo stremo: fame e morte ma Netanyahu ordina di fare in fretta

Per Netanyahu non importa quanti morti si faranno (il bilancio è salito a 28.064 morti e 67.611 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre). Ciò che conta è raggiungere la “Vittoria totale”. E farlo in fretta.

Esteri - di Umberto De Giovannangeli - 11 Febbraio 2024

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Rafah allo stremo: fame e morte ma Netanyahu ordina di fare in fretta

A Rafah è iniziata la soluzione finale. Fate in fretta, ordina Netanyahu ai suoi generali. Si è iniziato con massicci bombardamenti aerei, preludio dell’imminente invasione di terra. Non importa quante decine di migliaia di persone, in stragrande maggioranza donne, bambini, adolescenti, dovranno morire.

Saranno “effetti collaterali” della guerra contro i “nazisti di Gaza”. Effetti collaterali, come lo è stata Hind. Hind Rajab è morta. Il corpo senza vita della bambina palestinese di 6 anni scomparsa da quasi due settimane nel mezzo degli scontri a Gaza, è stato trovato insieme a quelli degli altri membri della sua famiglia.

Lo ha annunciato Hamas ponendo fine alla speranza di trovare ancora in vita la piccola la cui voce registrata in una drammatica telefonata alla Mezzaluna Rossa era diventata il simbolo del dramma vissuto da decine di migliaia di bambini intrappolati nello scontro tra Israele e le milizie islamiste.

Nelle vicinanze sono stati trovati morti anche due soccorritori della Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs) che erano stati inviati per salvare Hind e i suoi parenti. La Prcs ha accusato gli israeliani di averli uccisi “deliberatamente”. E se non muori per le bombe israeliane, muori di stenti.

Le persone che vivono nel nord di Gaza hanno raccontato alla Bbc che i bambini vanno avanti per giorni senza mangiare a causa del mancato arrivo dei convogli umanitari ai quali viene negato il permesso di transitare. C’è chi sopravvive tritando mangime per animali trasformandolo in farina, ma anche questa fonte di sostentamento sta per terminare.

Per gli abitanti del nord di Gaza la crisi non si limita alla mancanza di cibo: anche l’accesso all’acqua è diventato molto problematico, costringendo le persone a scavare fino a raggiungere le tubature dell’acqua per poter bere e lavarsi. Non importa quanti morti si faranno (il bilancio è salito a 28.064 morti e 67.611 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre).

Ciò che conta è raggiungere la “Vittoria totale”. E farlo in fretta. Netanyahu ha detto giovedì al Gabinetto di guerra che l’operazione dell’esercito israeliano a Rafah deve essere completata entro l’inizio del Ramadan, il prossimo 10 marzo. Lo ha dichiarato un funzionario israeliano alla Cnn.

Nella giornata di venerdì il premier ha dato ordine ai militari dell’Idf di pianificare “l’evacuazione della popolazione” da Rafah, già giovedì aveva annunciato che l’esercito “sarebbe entrato presto a Rafah, l’ultimo bastione di Hamas”.

“Molte delle oltre un milione di persone che compongono oggi la popolazione di Rafah hanno sopportato sofferenze impensabili. Dove dovrebbero andare? Come dovrebbero stare al sicuro?”. Lo ha dichiarato il responsabile per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, mentre sembra avvicinarsi l’inizio dell’offensiva di Israele nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove secondo l’Onu sarebbe ammassata circa metà di tutti gli abitanti dell’enclave palestinese.

“Le loro case sono state distrutte, le loro strade minate, i loro quartieri bombardati. Sono in movimento da mesi, sfidando bombe, malattie e fame”, ha aggiunto Griffiths, secondo cui “non c’è più nessun posto dove andare a Gaza”. A Gaza si può solo morire.

11 Febbraio 2024

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